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Pur essendo una abbazia di notevole importanza storica, i documenti negli archivi della Diocesi di Bologna ne attestano validamente la storia, non sono mai stati fatti degli scavi per reperire ulteriori infomazioni storiche.
I grandi spazi sottostanti alla chiesa e al complesso dell'Abbazia come è attualmente, sono sempre stati utilizzati in maniera molto semplice: una ampia e fresca cantina rivolta verso est, come le norme enologiche comandano, la parte vicino al portone che comunica con l'esterno, come ricovero di mezzi (l'automobile prima e adesso mezzi per il mantenimento degli spazi intorno al complesso).
Una parte intermedia veniva utilizzata come ampia legnaia, più un vano protetto fu utilizzato anche come abitazione sommaria dell'abate durante i lavori della ricostruzione della canonica.
Racchiuso dal complesso vi è pure un luogo interno, scoperto, dove si trovava un antico pozzo che dava acqua al complesso.
Attualmente in disuso, è stato pavimentato, mantenendo solo un vecchio doppio arco, che un tempo forse sosteneva qualche costrutto.
Casualmente, nel 2015 - 2016 grazie alla generosa disponibilità di Bonafè Vittorio, come sagrestano volontario, nel rimettere un po a posto questi sotterranei e svuotando zone da grandi quantità di terra nel tempo depositati, o franati, sono stati trovati interessanti zone nascoste e reperti che danno un'ulteriore informazione storica del complesso.
Probabilmente vi era un cimitero di monaci, e le numerose ossa rinvenute fanno presumere ciò.
Sono stati messi a conoscenza dei ritrovamenti le autorità di sicurezza (Carabinieri) per una corretta gestione, e dopo opportuni sopralluoghi, in accordo con l'amministrazione comunale di Loiano, (ufficio funerario) sono state poste in un loculo per sconosciuti, nel cimitero poco distante di Barbarolo.
Sono state recuperate numerose medagliette religiose, presumibilmente dei monaci, purtroppo in avanzato stato di ossidazione.
Con molta attenzione e cautela il sig. Vittorio Bonafè ha provveduto a sistemare e comporre i blocchi, nella attigua cantina, rimuovendo delicatamente la terra per mettere in luce la bellezza delle opere, senza utilizzare nessuno componente chimico, garantendo così una perfetta conservazione naturale
Interessante invece è stato il ritrovamento di un "complesso" in marmo grezzo raffigurante un "fontana" con ampia "pila" un volto di "putto" nella cui bocca vi era un possibile tubo, e una sovrastante lapide lavorata con scritta e stemma presumibilmente cardinalizio, visto la presenza del classico "cappello" cardinalizio ritrovabile in numerosi altri stemmi.
(Le immagini sono cliccabili per un ingrandimento)
ABATE MONS. ADOLFO AGOSTONI
ABATE DON UGO TRERE'
ABATE DON ADOLFO LODI
ABATE MONS. ENRICO SAZZINI
ABATE CA. DON GIORGIO PAGANELLI
ABATE DON CARLO GALLERANI
ABATE DON GABRIELE STEFANI
ECON. PAST. DON PRIMO GIRONI
ECON. PAST. DON ENRICO PERI
AMM.PAST.DON ENRICO PETRUCCI
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