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appunti di don Giovanni: Mons. Adolfo Agostoni - parte 5°



Figura di Monsignor Adolfo Agostoni

Voglio dire come lo vedevo nella vita quotidiana.
Ho detto in altro momento del suo ingresso.
Aggiungo che in brevissimo tempo conquistò l'affetto ma più ancora l'ammirazione.

Era intelligente e intraprendente.
Nella predicazione efficace e sapeva adattarsi al livello di scarsa cultura dei parrocchiani.

Celebrava la Santa Messa al mattino di ogni festa, e questa era la Messa Grande; prima ci si poteva confessare e nelle celebrazioni accostarsi alla S. Comunione.

Solo a questa messa vi era la speigazione del Vangelo.
In questa omelia l'Abate Agostoni prendeva sempre lo spunto del commento che nell'Ufficio Divino di quel giorno facevano i vari Padri della Chiesa: San Giovanni Crisostomo, Sant' Agostino, San Girolamo, ecc.

Durante il discorso quindi ripeteva sovente questa frase:
"Come disse il Santo Dottore", ma non sentivo mai dirne il nome.

Quando cominciai ad avere una certa famigliarità con l'Ufficio Divino, compresi dove e come egli faceva meditazione e la preparazione.

Però dove era più attraente è nella spiegazione del catechismo agli adulti nel pomeriggio della Domenica.

Parlando molto semplicemente passeggiava su e giù per la Chiesa, soffermandosi davanti a qualcuno, scelto così, a caso, lo interrogava e poi rispondeva subito lui stesso e quindi non metteva in soggezzione nessuno, ma il suo dire era sempre più incisivo e attirava sempre meglio l'attenzione.

Nei mesi che erano presenti illustri sacerdoti di Bologna : Mons. Giuseppe Baviera, Mons. Felice Gallinetti, il Canonico Prof. Alvisi, il Parroco di San Giovanni in Monte, che morì a Barbarolo.... allora l'Abate Agostoni cedeva volentieri queste predicazioni a loro.

Così invitava predicatori di grido il Venerdì Santo (la Predica della Passione), la predica per le Anime del Purgatorio e la Novena della Festa di San Leonardo da Porto Maurizio.

Fu l' Abate Agostoni a rivoluzionare, per primo, i metodi per le coltivazioni nei campi.

Qualche volta andavo con lui per fare una passeggiata per i campi: forse sarebbe meglio dire "per studiare l'agricoltura".
Passo lento, mani incrociate dietro la schiena, l'occhio pronto ad osservare tutto.
I discorsi che mi faceva: - "..vedi questa è erba medica; sono tre anni che è stata seminata però qui c'è già una malattia; vedi quelle zone giallastre ?.. è Anitrella ! Qui è meglio arare e seminare altre cose..."

"..Vedi quelle foglie di vite ?.. è Pernospera ! ...è c'è un trattamento, una medicina che potrebbe guarire la pianta ma questi proprietari hanno paura e lasciano andare..!..."
"..il trifoglio, e anche l'erba medica sarebbero due prodotti preziosi, per il seme, perchè qui a Barbarolo è bellissimo e potrebbe far guadagnare...ma non mi ascoltano..!..."
"...c'è una zona attorno ai Casoni dove c'è la terra ottima per la coltivazione delle patate..."

Chiamò anche esperti a tenere conferenze.

Una domenica, prima del tramonto, si tenne un'adunata dei contadini nell'aia della Canova; c'era molta gente.
Anche noi bambini eravamo incuriositi ( mi pare che io avessi 5 anni..non di più sicuramente), mi pare anche che l'oratore si chiamasse Tubertini; sò che salì su un tavolo, con un fiasco e un bicchiere; parlava del trattamento alle vigne.
A un certo punto per dissipare la paura che avevano quasi tutti, che si trattasse di sostanza tossica e che fosse in ballo la vita umana, verso del fiasco in un bicchiere, un liquido verde e, fra lo stupore dei presenti, lo bevve; fù applaudito e credo che riuscisse nel suo intento perchè l'Abate Agostoni che era al suo fianco si mostrava visibilmente soddisfatto.

Il suo "hobby" erano i cavalli : non mai meno di due.
Ricordo la cavallina bianca e la cavallina rossa; così venivano chiamate.
Erano veloci, specialmente la rossa.

Quando doveva fare un viaggio lungo adoperava la bianca, più resistente.
Una volta alla settimana andava a Bologna; spesso due volte.

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