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Riprende la narrazione don Giorgio :
- parte 7° - periodo post bellico
((seguito della parte 7))
Poi è cominciata la tendenza inversa.
Quassù sono state costruite belle case e allora quasi tutti gradiscono ormai restare nel territorio di Barbarolo.
Chi si sposa cerca casa quassù, indotto anche dalla constatazione che la città, disturbata dal rumore e resa malsana l'aria inquinata dal traffico motorizzato, non rappresenta certo l'ambiente ideale per abitarci.
Ma torniamo all'immediato dopo guerra.
Don Ugo Trerè andava sempre più verso un deterioramento delle sue condizioni di salute e in particolare verso la cecità (ritengo a causa del diabete).
L'autorità Diocesana gli affiderà un buon sostegno come "Vicarius Adiutor" nella figura del Parroco di Scascoli: Don Eugenio Andreoli.
Questi da Scascoli veniva spesso a Barbarolo (a piedi, come usava allora che non c'erano mezzi di trasporto).
Bisogna dire che Don Andreoli ha dato sempre a Don Ugo Trerè una assistenza premurosissima, senza risparmio di tempo e di energie.
Nel 1953 l'autorità Diocesana inviò a Barbarolo, come aiuto sempre presente e che quindi alleggerisse Don Ugo Trerè dalla grossa preoccupazione di una adeguata assistenza pastorale alla parrocchia, Don Adolfo Lodi, con la nomina Cappellano che poi succederà a Don Ugo Trerè come parroco nel 1956, allorchè lo stesso Don Ugo Trerè, ormai cieco e tanto malato si ritirerà con la sorella Peppina a Loiano, dove morirà il 1° Giugno 1957.
E' sepolto nel cimitero di Loiano.
Don Trerè, negli anni in cui poteva ancora essere ben presente e attivo, procedette alla ricostruzione della Chiesa;
ricostruzione che conobbe la sua ultimazione sotto Don Adolfo Lodi il quale affrontò anche la ricostruzione (con modifica sostanziale) della casa Canonica
Un rilievo va fatto sulla ricostruzione della casa Canonica.
Purtroppo le leggi che regolano le ricostruzioni con rimborso danni di guerra da parte dello Stato obbligano a ricostruire sui muri pre-esistenti; questo era un fattore molto condizionante.
In più, forse, Don Lodi ritenne di far bene a sopraelevare con un'altro piano la casa rispetto a come era prima, ma non parve una decisione saggia.
E' questo un rilievo sereno e fraterno che non vuole essere certo il sapore di "mormorazione".
Sarebbe una ingratitudine imperdonabile nei riguardi di un parroco che ha vissuto anni di sacrifici e di privazioni per poter ricostruire Chiesa e Casa Canonica.
(ha dormito per un certo periodo di tempo in un ambientino piccolo accanto alla legnaia), ma sarebbe stato più utile ricostruire dalle fondamenta la parte di Casa Canonica che era verso levante e che era rimasta rasa al suolo dal bombardamento.
Detta parte sarebbe risultata più funzionale come abitazione; più ridotta come volume e quindi meno difficoltosa da riscaldare, più agibile in tutto.
ABATE MONS. ADOLFO AGOSTONI
ABATE DON UGO TRERE'
ABATE DON ADOLFO LODI
ABATE MONS. ENRICO SAZZINI
ABATE CA. DON GIORGIO PAGANELLI
ABATE DON CARLO GALLERANI
ABATE DON GABRIELE STEFANI
ECON. PAST. DON PRIMO GIRONI
ECON. PAST. DON ENRICO PERI
AMM.PAST.DON ENRICO PETRUCCI
SAN LEONARDO
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