Ulteriore scheda sulla Parrocchia antica di Loiano, dall'opera:
"Le Chiese Parrocchiali della Diocesi di Bologna - Ritratte e descitte - Bologna Litografia Marchi e Corty - Tipografia di San Tommaso D'Aquino - 1844"
TOMO III.
DI ALCUNI ILLUSTRI LOIANESI
Oltre i nomi celebri conti di Loiano de’ quali è fatto ricordo superiormente, trovasi menzione nelle istorie (1262) d’un Obizo, o Albizo di Ubaldino da Loiano canonico della Cattedrale di Bologna (Vedi l’Alidori, p.18); dignità che pure tenne Bonifacio di Diotecherio da Loiano mandato nel 1280 dal vescovo Ottaviano Ubaldini al concilio celebrato in Imola da Bonifacio di Ravenna (Faleoni Mem. Della chiesa Bol..p.283).
E similmente fu Canonico di quella Chiesa nel 1309 Taddeo di Ubaldino da Loiano.
Celebri furono pure un Ubaldino o Tedaldino capitano delle genti fra Idice e Savena, il cui figliuolo Tano II. Fu nel 1304 Podestà in Roma, nel 1305 in Urbino, e quindi in altri luoghi:; un Toniolo da Loiano, che nel 1338 per Taddeo Pepoli ritolse Monteveglio all’usurpatore Mazzarello (Cronica Miscelta, T. VIII col. 377) un Badino figlio de conte Asoisio da Loiano spedito nel 1363 da Gomez Albernozzi all’assedio del Castello di Battidizzo (Ghirard. T. II. P.266) e un Guglielmo da Loiano, che nel 1376 chiamasi a favoreggiare colle sue schiere Taddeo Pepoli e la parte scacchese per riporre in libertà Bologna, e ribellarla al legato Guglielmo Card. Di S. Angelo; ma fallita l’impresa ritiravasi nel 1377 a Pianoro, d’onde usciva con bando perdonatogli per la cessione fatta a Bologna del suo castello di Caprenno (Vizzani lib. V. p.225, 228).
Appresso a questi è memoria d’un Marc. Ant. Loiani che nel 1416 ffu de’ Gonfalonieri del Popolo; e nel 1420 de’ sedici Riformatori del Reggimento di Bologna.
Un Michele da Loiano, detto il Pisa, che nel 1443 fu de’ prodi liberatori di Annibale Bentivogli prigione in Varano; un Jacopo di Gio. Loiani fatto nel 1508 e 1511 de’ 40 dello stato di libertà in luogo d’Innocenzo Renghieri.
Oltre poi un Giacomo da Loiano che nel 1506 fu Massaro in Bologna dell’Arte della Seta annovera l’Alidosi fra i Gonfalonieri del popolo della celebre famiglia Loiani un Giacomo nel 1506, un Lodovico nel 1518, e in altri anni; un Pompeo nel 1532, un Ascanio nel 1535; e un Cav. Bartolomeo nel 1544.
Oltre a ciò che ne accennai, non lascerò di soggiungere alcune parole del P. Pier Giacomo dall’Olio da Loiano, che venuto a luce circa il 1711 fu uomo veramente grande per dottrina e religione, onde leggeva scienze teologiche nella Sapienza di Roma, era Consigliere privato di Benedetto XIV, Accademico Benedettino, Censore di libri, e Consultore della S. Congregazione dell’indice.
Quindi eleggeva si a Provinciale nel 1753, a Custode nel 1756, e nel 1760 a Guardiano di Bologna, di cui resse il Convento fino al 1762 anno in cui nel Capitolo celebratosi in Mantova diveniva Segretario generale dell’ordine.
Partiva allora per le Spagne col ministro generale P.Pier Gioanregio di Molina; ed ivi era Confessore del Nunzio Car. Pallavicino, della Regina, che lo ebbe arricchito di soni sovrani in guisa che a restaurare i conventi del suo ordine in Bologna, in Castel S. Pietro, e principalente in Loiano potè disporre d’una somma d’oltre 25 mila scudi.
Tornato di là tre anni dopo, era nuovamente Custode della Provincia, e nel 1769 avea per la seconda volta il Guardianato di Bologna.
Mancava poi il 15 Maggio 1773 in età di anni 63, lasciando acceso universale desiderio delle sue molte e sante virtù, dopo aver ricusato (come narrasi) due volte il Cappello Cardinalizio.
Corse voce, che la sua morte fosse cagionato da veleno volatilizzato contenuto in una lettera indirittagli da mano ignota; ma certo da animo scelleratamente invidioso delle tante e meritate sue glorie.
E poiché il chiaro oratore P. Filippo Nanetti è più conosciuto col nome di “Padre da Loiano” (essendo nato nelle vicinanze di questo luogo) non parrà soverchio se do qui alcune brevi contezze di lui che ebbe straordinario, e maraviglioso ingegno, attissimo ad ogni scienza, e fornito poi d’erudizione e dottrina rarissime.
Nato a 29 Novembre del 1759 si rese Minor Osservante nel 1774, fu lettore di eloquenza, filosofia, e teologia; teologo di Pio VI, consultore in sacre e poeta non volgare.
Levò poi altissimo plauso per le sue predicazioni per tutte l’Italia, e il suo “quaresimale” (st. dal 1816 al 1820) trovò lodatori e ammiratori moltissimi, avendosene più edizioni di Bologna, Genova, Venezia, Milano, Roma, Napoli, Livorno e Firenze.
Uscito di religione a tempi napoleonici ebbe varietà di vicende; e nel 1826 riparava nel suo convento dell’Annunziata di Bologna; ma poco dopo tolto di senno, finiva nell’Ospitale di S. Orsola a 19 Febbraio del 1828 d’anni 69, avendo sepoltura nel Cimitero della Certosa di Bologna (Chi bramasse più larghe notizie della Vita e degli scritti del P.da Loiano può vedere compilate da me, e stampate nei Numeri 2,3 e 4 dell’ALBUM di Roma; 4,11, e 18 Marzo del 1848).
Allo stesso ordine de’ Minori Osservanti appartenne ancora Camillo Panzacchi il quale nasceva in Loiano a 14 di Marzo 1798 di Francesco e Vittoria Giacomelli.
In quella terra ebbe la prima istruzione proseguita ne’ PP. Barnabiti e alla Università di Bologna.
Toltosi al secolo entrava entrava ne’ Minori Osservanti, preso nome di Bernardino, facendo il noviziato in Montiano; legatosi co’ voti, giva a Ferrara a compiervi Filosofia.
A 23 anni fu sacerdote, e stato a rifarsi in salute a Cento, passava a Firenze ov’ebbe maestro nelle sacre discipline il P. Cini.
Appresso leggeva Filosofia in Ferrara e in Bologna.
Levato alla Teologia lo accoppiava il sermonare a popoli con attitudine grandissima.
Mentre designavasi all’insegnamento di dogmatica nella Università, spedivasi da Leone XII in Sardegna (2 Dicembre 1828) qual Vicario Apostolico a ricomporvi con altri la regolare disciplina.
I popoli che ne ammirarono le virtù il proponevano già all’Arcivescovado di Sassari, ed ei se ne cansava col rendersi a Roma a 30 Luglio 1830, e di là tornavasi a Bologna fatto ex provinciale per breve pontificio.
Creato quindi vescovo di Terracina, Sezze e Piperno, consecravasi a 26 Gennaro 1834, giungeva a Terracina il 17 Marzo in cui, dopo soli sei mesi spirava a 26 Dicembre di 36 anni, lasciando di se gratissima memoria, e desiderio grandissimo (Intorno al Panzacchi è da vedere l’Elogio storico scritto con tanta forbitezza ed eloquenza dal ch. P. Paolo Venturini Barnabita e stamp. A Bologna nel 1840 alla Volpe in ottavo con ritratto).
Ultimo lustro di Loiano si fu la dottoressa Anna Maria Dalle Donne, che a Roncastaldo, luogo che è lungi due miglia da questa terra nel Luglio 1778 ebbe i natali da poveri ma onesti parenti.
Mostrando la fanciulletta un vivo ingegno ne prese cura uno zio Sacerdote che stanziava in Bologna, e fu in casa di lui che la vide il prof. Rodati, e conosciutane la mente acutissima l’instituì nelle lettere e nella latinità, in che si fece molto esperta (come provano gli elegantissimi scritti che ha lasciati): il Canterzani l’ebbe discepola in Filosofia e Tarziszio Riviera in Medicina e Chirurgia, scienze tutte in che fatta profonda, ne tenne in Maggio del 1800 pubbliche disputazioni in S. Domenico di Bologna, e vi riuscì talmente che salì tosto in gran fama; cresciutale poi a dismisura per altro simile cimento sostenuto all’Archiginnasio, onde fu salutata Dottoressa e Collegiata.
Passando Napoleone Bonaparte per Bologna bramò vedere la Dalle Donne, e restò ammirato di suo sapere in guisa, che instituita appositamente la Cattedra di Ostetricia per le Mammane la elesse a professare quella scienza, privilegiandola di dare in casa il corso di sue lezioni.
Tornati questi luoghi al Governo de’ Pontefici Anna Maria fu fatta Accademica Benedettina sopranumeraria.
E dopo aver molto faticato a pro della scienza, e della umanità mancò in Bologna la mattina delli 9 Gennaio 1842 avendo 64 anni.