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STUDI LEONARDIANI

Parte 5°

(Centro Studi Leonardiani)

leonardo
Alla mattina, era il 26 novembre, dopo aver preso un poco di ristoro, fu portato in braccio al calesse, e partimmo per Roma.
Per la strada si accrebbe molto il dolore ed il travaglio e il povero vecchio non poteve più reggersi in calesse.
Bisognava che io lo sostenessi perchè non cadesse.
In tal modo si verificò ciò che mi diceva quando era sano: "Voi sarete il bastone della mia vecchiaia".
Ci fermammo alla Posta di Castelnuovo, ove fu preso e portato a braccia sul letto.
Volle recitare il divino ufficio e fu necessario accendergli il lume perchè la vista gli si offiscava e non ci vedeva quasi più. Gli prepararono un poco di risotro ed egli prese alcuni cucchiai di zuppa.

In questo frattempo passò un padre della Compagnia di Gesù, il quale avendo più volte inesa la fama di padre Leonardo, e non avendo mai potuto soddisfare al suo pio desiderio di vederlo e parlargli, all'udire che si ritrovava ivi mi prego, quando fosse possibile, di avere la consolazione di parlargli.
Io lo condussi dal padre Leonardo, il quale gli disse alcune parole di sua consolazione, e diede la benedizione a tutta la gente della Posta ed esortò a fuggire il peccato ed amare Iddio.

Fece lo stesso quando fu posto in calesse rivolto alla gente che era accorsa in gran numero.
Qui fu dove a me lascio in sua memoria quella tanto cara "Madonnina" (si trattava del ritratto della Madonna del Bell'Amore) e S. Vincenzo Ferreri che sempre egli portava indosso.
(S. Vincenzo Ferreri era stato scelto dal padre Leonardo come suo protettore; non pochi degli eventi prodigiosi che egli compì vennero realizzati con la sua intercessione).

Il vetturino sollecitò assai più del solito la partenza.
(Iddio ci aveva provvisto di un uomo buono e molto timorato da Dio).
Aveva già mandato un avviso a Roma chiedendo che gli venissero incontro a Pontemolle con due cavalli per fare il cambio, e condurci quanto più presto fosse possibile al convento.

Per la prima volta lo sentii dire più volte sotto voce: "ohi, ohi", ed a un certo punto mi disse "Prego il Signore che mi mandi un'infermità penosissima e dolorosissima per patire per amor suo."
Partiti che fummo da Castelnuovo, volle terminare l'ufficio di quel giorno, ed io per consolarlo stimai bene che soddisfacesse alla sua divozione, tanto più che avendolo esortato a differirlo a sera in convento, egli mi disse più volte: " no, no, fratello, voglio terminarlo ora", e così fece.
Ad un certo punto mi confessò di avere una gran sete, così arrivati alla prima posta, gli feci dare un poco di acqua, e cercavo di rassicurarlo dicendogli che presto saremmo arrivati al convento.

In questo egli si voltò verso di me, e mi disse: " Frà Diego, quella raccomandazione che io vi dissi di volervi fare (ciò fu due mesi addietro stando nelle montagne di Bologna) ve la faccio ora, e state ben attento perchè io stò morendo ".
Nel sentire tali parole poco mancò che non svenissi, ma mi feci animo per non affliggerlo.
Proseguì e disse:" No, no, non vi accorate. Dai segni che io ho capisco che muoio. Sentite: arrivati che saremo in convento, consegnerete le prediche al padre Guardiano e gli direte di darle a persone atte ad esercitare questo sacro ministero. Poi gli consegnerete la chiave della cassa delle missioni. Distaccatevene senza rimpianto. E poi soggiunse: " Ve ne distaccherete volentieri ? " .
Io risposi: " Si Padre, lo farò volentieri ":
Ed egli ripigliò: "Oh ! così mi piace che siate distaccato da tutte le cose di questo mondo ".

leonardo Mi esortò a perseverare sempre nel santo ritiro, ad osservare con tutta esattezza i voti, fuggire tutte le ciarle dei frati, amare Dio e pensare alla mia salvezza.
Poi soggiunse:" Fra' Diego state allegro e contento, io vi prometto di pregare sempre per voi; mi avete fatto tanta carità in questa vita, che io non mancherò di pregare sempre Iddio per voi".
Nel sentire ciò non potei trattenere il pianto, ma subito smisi per non angosciarlo.
Intanto non gli levavo gli occhi da dosso e cercvo di sostenerlo, perchè si era abbandonato.

Arrivati a Ponte Molle, domandò da bere e mi rivolsi ad alcune donne che facevano l'osteria, le quali portarono subito un poco di acqua e vino.
Egli ne prese solo alcuni sorsi.
Dicono che il resto, abbia poi salvato alcuni infermi che ne hanno bevuto.
Poco dopo si sollevò e diede una benedizione mentre venivano mutati i cavalli.

Prima di arrivare alla Porta del Popolo, aprì le tendine del calesse guardando dappertutto con molta attenzione, e nello stesso tempo andava dicendo alcune parole che io non potei capire.
Arrivati in Roma, mi chiedeva di tanto in tanto a che punto stavamo della strada, ed io di mano in mano gli andava dicendo il luogo preciso dove stavamo.
Felice di essere giunto in Roma esclamai " Agimus tibi gratias ! ".
Allora Padre Leonardo mi disse: " Intonatevil Te Deum che io vi risponderò ".
Allora intonai il Te Deum, ed egli con straordinaria consolazione mi andava alternativamente rispondendo.

Arrivammo a Campo Vaccino alle 24 ore (Corrispondono alle ore 18).





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