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STUDI LEONARDIANI

Parte 2°

(Centro Studi Leonardiani)

Presi a fare molta attenzione e a tenerlo d'occhio, perchè mi accorgevo benissimo che stava assai abbattuto di forze, cosa che mi recava grande apprensione.
leonardo
Passammo per Imola, senza fermarci né in questa città, né in Castelbolognese, si arrivò alla città di Faenza ad un'ora circa di notte (corrisponde alle 20 circa).
Andammo al Convento de' padri Riformati, i queli nel sentire dell'arrivo del padre Leonardo n'ebbero molta consolazione.

La mattina di buon'ora celebrò la santa messa, cui parteciparono alcune dame della città che avevano saputo del suo arrivo.
Subito dopo si partì per Cesena e giunto al convento dei padri Riformati, celebrò la santa messa.
Dopo essersi risposato andò con il R. padre Guardiano da Monsignor Vescovo.
Non mancò di recarsi al monastero delle monache per consolare una religiosa, che Monsignor Belmonte molto gli aveva raccomandata.
(si tratta di una consolazione spirituale, offerta attraverso pie conversazioni e sopratutto col Sacramento della Confessione) (Monsignor Belmonte, prelato Domestico di Sua Santità, grande estimatore e amico di Padre Leonardo col quale ebbe anche una fitta corrispondenza.

Nell'epistolario Leonardiano c'è la lettera che Padre Leonardo scrisse al Cardinale Belmonte nella quale dava spiegazioni su come fosse possibile chiedere agli Augusti Elettori l'approvazione del Dogma dell'Immacolata Concezione senza convocare un Concilio. Tale metodo fu messo in atto da Pio IX che ebbe modo di leggere la lettera del nostro Santo un secolo dopo la sua estensione (1854).

Quindi partimmo per Rimini, dove giunti, andammo al Convento dei padri Osservanti, e, presa la benedizione del superiore, si portò ad un monastero di monache dove si trovava la sorella di Monsignor Belmonte, come gli aveva raccomandato il detto prelato.
Qui soffrì non piccolo incomodo, stante l'aria fredda.

La mattina partimmo per Cattolica, e vi arrivasmmo verso mezzogiorno.
Celebrò la santa messa, e si fermò alla Posta per prendere un pò di cibo.
Saputosi nel paese dell'arrivo del Padre Leonardo, vennero a truppe a trovarlo per avere da lui la benedizione.
Il tumulto era tale che mi recava fastidio perchè temevo che gli apportasse noncumento, perciò cercavo di allontanarli ma egli mi disse: " Non fate così fratello, perchè volete levare questa consolazione a questi poverelli ? Lasciateli venire.".

Al sentire ciò restai stupito, essendo egli stato sempre alieno a tali concorsi e tumulti.
Dopo pranzo partimmo per Pesaro, dove per quanto io insistessi non volle fermarsi, ansioso di raggiungere Fano per la sera.
Qui giunti andammo al convento de' padri Osservanti i quali con tanto amorevolezza ci accolsero, e ben presto vennero molti signori a riverirlo, memori del frutto grande che aveva fatto in quella città colle sante missioni.
(Le missioni che Padre Leonardo predicò in tutti questi territori sono tuttora ricordate con molta venerazione dai discendenti della gente del posto).

La mattina si partì da Senigallia, dove giunti si andò all'ospizio dei padri Riformati e celebrò la S. Messa nell'oratorio della Croce, e quantunque quei religiosi lo pregassero di trattenersi quel giorno da loro, volle partire e si scusava dicendo che a Nostro Signore premeva che giungesse ben presto in Roma.
Dopo pranzo partimmo dunque per Ancona, e vi arrivammo circa ad un'ora di notte, (Corrisponde alle ore 19) e la mattina detta la messa, partimmo per Loreto.
Qui giunti, si andò all'ospizio dei padri Osservanti, ed il dopo pranzo volle andare a visitare la Santa Casa per consolare il suo spirito tanto divoto di Maria Vergine.
Di lì andò a visitare il Signor Governatore che aveva conosciuto quando era Governatore a Sanseverino nel tempo che vi si fecero le missioni.
Il detto Monsignore lo pregò caldamente di restare quella sera nel suo palazzo, ma non volle accettare l'invito, e se ne ritornò all'ospizio, accompagnato dal detto Prelato, che lo costrinse a promettergli di andare da lui la mattina seguente prima di partire per fare colazione.

La mattina dunque lasciammo l'ospizio, e si andò alla Santa Casa, ove celebrò, nella Santa Cappella la messa secondo l'intenzione di Sua Santità, durante il cammino fece il ringraziamento, e ascoltò ivi un'altra messa e quando lo guardai mi accorsi che era come in estasi cogli occhi alzati al cielo e colla faccia radiosa.

(Semplice, ma bellissima questa toccante descrizione attraverso cui Fra' Diego ci fa capire la gioia profonda e la forte partecipazione con cui Padre Leonardo celebrava la Santa Messa).





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