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Missione in questa abbazia

leonardo

Descrivere in modo completo ed esauriente tutta la "Missione" che San Leonardo da Porto Maurizio predicò in modo instancabile e con grande passione ed amore, è una impresa pressochè impossibile.
Continuamente vengono reperiti nuovi documenti dal Centro Studi Leonardiani.

Ma, considerato l'intento principale che è quello di concentrare l'interesse sull'Abbazia, Chiesa, Parrocchia di Barbarolo, la cosa migliore è affidarci al diario che fratel Diego scriveva con molta attenzione e anche dovizia di particolari, giorno dopo giorno al seguito di "frà Leonardo" o Padre Leonardo, come a quei tempi così veniva chiamato il futuro San Leonardo da Porto Maurizio.
Per capire meglio alcuni dettagli, è bene partire da un po' prima dell'inizio della Missione a Barbarolo.
Ascoltiamo pertanto insieme le parole di fratel Diego....


......dopo di che tutti ci disponemmo alla partenza la quale poi si differì sino al 2 ottobre per essersi ammalato di febbre uno dei compagni, cioè il Padre Filippo da Roma.
Il Padre Leonardo vedendosi in un paese lontano da ogni soccorso, tratto dalla sua carità verso il fratello infermo, determino farlo trasferire a Scaricalasino*, da quel degnissimo padre Abbate acciocchè ivi fosse opportunamente provveduto, e differire la missione di Barbarolo sinchè lo stato dell'ammalato non glielo avesse permesso.
E appoggio tutta la cura del trasporto sì suo, che dell'ammalato al Padre Giovanni Grisostomo, il quale accomodare fece una sedia portatile per il padre Leonardo per eseguire l'ordine già detto di Sua Santità, che non voleca che il padre Leonardo andasse più a piedi, ma con comodità a spese della Camera reverenda di Roma, poi preso la bara della chiesa (giacchè altro pronto ripiego non v'era e fattolo accomodare a guisa di letto portatile.

E radunati 24 uomini forti e robusti, e posto l'infermo in quel letto portatile, si disposero 12 uomini all'infermo, e 12 uomini al padre Leonardo e cominciò il faticosissimo trasporto.

Assistendo io al padre Leonardo, e il padre Giovanni Grisostomo all'infermo, e guai se quegli uomini non fossero stati ben forti e robusti poichè le strade erano fuori di modo disastrose, e vi erano passi e precipizi orridi e mortali con l'aggiunta di dirotta pioggia che improvvisamente ci sopraggiunse nel viaggio, onde ci convenne trattenerci pe pernottare in una casa nel fondo del fiume Savena, persone assai benestanti e caritative. "



Con grande chiarezza fra Diego descrive le difficoltà; ma alcuni particolari evidenziano la grande sensibilità di fra Leonardo rivolta verso i suoi collaboratori.
Partito da Roma con Invio ufficiale di Papa Benedetto XIV non considera affatto l'essere riverito ma, come il Vangelo da esso predicato e spiegato, si rende quasi servo, e l'attenzione verso il confratello ammalato viene prima di ogni cosa.
Dobbiamo considerare il tempo...l'anno 1751, il periodo, l'inizio dell'autunno, i luoghi: gli appennini bolognesi privi di comode strade.
Tutti questi particolari rendono maggiormente il quadro complessivo in cui fra Leonardo si trovava.
Continuiamo ad ascoltare fratel Diego:


" Queste piogge sofferte per istrada da me e dal padre Giovanni Grisostomo, che non eravamo punto difesi, come lo erano padre Leonardo ed il malato, furono l'origine della mia grave malattia che succedette dopo alquanto rimesso il padre Filippo.
La mattina seguente si compì il trasporto sino a Scaricalasino ove il reverendissimo padre Abbate ci accolse con incomparabile amorevolezza, e subito mandò a prendere il signor dottor medico di Firenzuola, e fece medicare con ogni possibile carità l'infermo.

Dopo tre giorni principiò il padre Filippo a migliorare ed in appresso ad essere liberato dalla febbre, onde fu risoluto lasciarlo a ristabilirsi in sanità presso il Reverendissimo, ed affidarlo alla sperimentata amorevolezza di quei monaci.
Partirono dunque il padre Leonardo e compagni da Scaricalasino per le missioni di Barbarolo.

Ma prima di inoltrarci nello storico racconto di esse conviene riferire che avanti la partenza da Montorio, il padre Leonardo chiamatomi a sè mi disse:
" Io vi voglio fare una predica "; e rispondendogli che me la facesse, egli, stato alquanto sospeso, disse: "Non ve la voglio fare, perchè vi turbereste "; e per quanto lo pregassi, non volle dire altro, allora mi insospettii che avesse risoluto di non fare più missioni, e mi tacqui, non comprendendo allora questa misteriosa predica che il padre Leonardo si trattenne di farmi, che poi, come a suo luogo si dirà, mi fece. "

Fratel Diego inizia a raccontarci dalla partenza ove si trovavano (presso l'Abate di Scaricalasino), per la destinazione di Barbarolo.
La distanza è circa 14 - 16 km, ma come abbiamo specificato all'inizio, non vi erano vere e proprie strade asfaltate, come oggi le concepiamo, ma tracciati in ciottolato, spesso solo terra che con la pioggia diventava fanghiglia.
Sentiamo la narrazione di fratel Diego...

"Arrivati che fummo in Barbarolo, ci vennero incontro l'illustrissimo reverendissimo signor Abbate, con alcuni dei maggiori di quella Abbazia che ci accolsero con espressioni di grande stima e tenerezza, mostrando tutti il gran desiderio che avevano di quelle Sante Missioni, ed il particolare concetto che avevano concepito Leonardo, avendolo già molti di quel popolo sentito in quel di Scaricalasino.

Giunti alla Chiesa e visitato il Santissimo, fummo, dal detto Abbate, introdotti in una casa, che decentemente accomodata ci servì di abitazione per il tempo che durò la detta Missione.


Addì 10 Ottobre 1751

Il padre Leonardo diede principio all'ultima delle missioni di sua vita in Barbarolo diocesi di Bologna.
E quantunque queste missioni fossero continuamente attraversate da continue piogge, che appena lasciarono due soli giorni alquanto liberi, nei quali si potè predicare nel grande ed apparato palco, pure tale fu la divozione di quel ben coltivato popolo, che in quella vasta chiesa vi fu sempre grande concorso, e le funzioni furono fatte con paticolare decoro.


Oltre le solite funzioni, il padre Gian Grisostomo per soddisfare alle istanze fattegli intraprese i notturni esercizi di penitenza, ed in questi pure, ad onta delle pioggie, vi fu particolare grande concorso.

Incominciate appena esse missioni, mi ammalai assai gravemente: onde ciò inteso, il padre reverendissimo Abbate di Scaricalasino spedì l'eccellentissimo signo dottore medico di Fiorenzuola ad assistermi, il quale tre volte mi fece cavare sangue per fermare le strepitosi emorragie di sangue dalle narici, che non ostante ostinatamente seguitò alcuni giorni.

Questa malattia, come assai più pericolosa di quella di padre Filippo, recò non poco disturbo ai padri missionari e alle missioni ancora, essendo che tutto s'incombeva a me l'esterno regolamento di esse missioni.

Intanto, per dare tempo alla malattia che prendesse piega sufficiente per potermi trasportare da Barbarolo a Bologna, distante 14 miglia, fu risoluto prolungare le missioni.

Circa la predicazione della Madonna e della benedizione papale la pioggia obbligò farla in chiesa, non obbligò già a restarne prive le genti che concorsero in tale quantità che riempirono la chiesa e l'oratorio attiguo, in guisa che le persone stavano ammassate.

Il giorno di giovedì, festa de' santi Apostoli Simone e Giuda, il padre Leonardo predicando il dopo pranzo in chiesa, a causa della pioggia, o fosse il gran calore del popolo così ristretto, o fosse altra cagione, gli sopravvenne in palco, terminato l'esordio, un deliquio che l'obbligò a scendere dal palco, ed in suo luogo fece una predica il padre Gian Grisostomo

Nella domenica seguente non fidandosi padre leonardo di poter fare una predica strepitosa, fece un discorso sopra il peccato veniale, e il giorno appresso, correndo la festa de' tutti i Santi ed i primi vesprti de' Morti, non potendo padre Leonardo predicare, fece in suo luogo il padre Ilario e la predica delle anime del Purgatorio; ed essendosi alquanto calmato il tempo, la fece nel gran palco eretto nel prato.

La mattina seguente, essendo io migliorato alquanto si partì da Barbarolo e da quello di Scaricalasino, che apposta si partì dal suo monastero per accompagnare il padre Leonardo, da lui con somma tenerezza chiamato il suo caro babbo, si portarono a mezza strada di Bologna ad erigere la Via Crucis nella chiesa Arcipretale di Pianoro, la quale fu eretta il dopo pranzo de' Morti, con molto popolo acceso nella divozione da un previo discorso assai fervoroso del padre Leonardo: e questa fu la sua ultima predica e funzione pubblica che fece in sua vita ."

Ufficialmente possiamo dire che a questo punto la Missione di padre Leonardo ebbe termine in modo definitivo. Il suo stato di salute provato da infaticabili predicazioni, da faticosi spostamenti, con le intemperie e le difficoltà del tempo, avevano minato considerevolmente la sua salute. Ma desideriamo ancora seguire la narrazione di fratel Diego che tanto aveva caro il proprio maestro.


E' da notarsi che il padre Leonardo già aveva scritto al Sommo Pontefice di avere ultimato le Missioni a Montorio e di Barbarolo; che però Sua Santità gli rispose la seguente lettera:


"Roma, 30 Ottobre 1751.

Riceviamo la lettera del nostro buon padre Leonardo dei 22 e non abbiamo parole che bastino per ringraziarlo della Missione fatta a Montorio ed in Barbarolo.
E quando avremo la consolazione di abbracciarlo qui in Roma, il che speriamo sia quanto prima, sentiremo bene volentieri quanto sarà per suggerirci per rimediare a' disordini ritrovati nelle prima delle due dette Missioni.

Anche il dottore Mazzi ci da notizia del male sopraggiunto al suo buon laico, e dello ristabilimento in salute dell'altro suo compagno sacerdote restato in Scaricalasino, e che era per venire a Bologna.
Ci avvisa il detto dottor Mazzi avere offerto a chi gli aveva data notizia della malattia la trasmissione di un medico di Bologna. Gli rispondiamo che stia attento, e che non lasci di somministrare il bisognevole per il viaggio non meno a lei, che a tutti gli altri della comitiva, ed anche il comodo particolare pei due convalescenti, che il buon padre Leonardo ha fatto bene dispensando dalla quaresima che incomincia dopo i 'Santi'.

Si allestiscano dunque tutti per il ritorno in Roma, per non dover viaggiare nell'inverno che pare troppo imminente. Preghi Iddio per Noi, e lo faccia pregare, dando a lui ed a tutta la sua santa comitiva l'apostolica benedizione." Ritornando poi al nostro storico racconto, la mattina del 5 novembre partimmo da Pianoro per Bologna, e giunti alla chiesa Abbaziale di San Bartolomeo di Pian di Musiano, celebrarono ivi la S. Messa, dopo la quale fu fatta loro vedere una delle idrie delle nozze id cana di Galilea, che come reliquia si conserva in detta chiesa.

Alle ore 18 entrato in Bologna si portò a dirittura dal signor dottor Mazzi, con il quale ebbe una lunga sessione di cose spettanti ai bisogni dell'Arcivescovato, dopo andò all'ospizio dei padri Riformati distante quasi un miglio dalla città.

Li 7 di novembre il padre partì per Ferrara col padre Gian Grisostomo di Bologna, e il giorno seguente entrò in Ferrara, ove l'Eminentissimo signor Cresenzi Arcivescovo di detta città l'aveva istantemente pregato a portarvisi per godersi un poco il suo antico Padre Spirituale tanto da lui teneramente amato: e sapendo il comando fatto da Sua Santità al padre Leonardo di non camminare più a piedi, gli aveva spedito incontro un suo carrozzino da viaggio, ma non si incontrarono; però il detto padre si portò a dirittura al palazzo dell'Eminentissimo, che in vederlo giubilò ed ansiosamente pregollo restare servito di alloggio presso di lui, ma egli ricusò, e volle andare de' padri Osservanti, dove sua Eminenza spedì tosto il pranzo, il che fece ogni giorno di sua dimora in Ferrara gustandone alcun poco il Padre.

Tutte le mattine si portava da Sua Eminenza, ed ogni dopo pranzo l'Eminenza Sua si portava da Lui trattenendosi in familiarissimi discorsi, e quei padri tutti a gara gli fecero grandi finezze.
Al vederlo la città si mosse a desiderio di sentirlo anche una volta, massime i due Eminentissimi signori Cardinali Barni Legato, e Crescenzi suddetto, e scusandosi il Padre col dire che non aveva seco le prediche, e che gli premeva ubbidire a Sua Santità che lo pressava di presto portarsi a Roma, l'Eminentissimo Crescenzi impose al detto padre Gian Grisostomo di spedire a sue spese persona sicura a Bologna distante 30 miglia, e fare venire la cassetta delle di lui prediche ed il detto padre, spedita una staffetta, la fece venire il giorno appresso, e con il detto Eminentissimo sperando convincerlo a predicare gliele presentò, ma il Padre costante nella sua risoluzione di obbedire a Sua Santità si scusò, e lo prego di rimandaro presto a Bologna.

Le sue premure che usò di partire presto da Ferrara e da Bologna per presto portarsi a Roma furono tali, e con sentimenti tali, che il detto padre Gian Grisostomo s'insospettì di qualche mistero occulto; ed accaduta la sua preziosissima morte in Roma subito che l'intese disse: ' Ecco svelato il mistero'. Il giovedi dunque 12 novembre il detto signor Cardinale Crescenzi gli diede licenza, e lo spedì con suo carrozzino a Buttifrè, e poi per acqua in suo bucintoro a Malalbergo, facendolo in tutto il viaggio accompagnare da persona degna, cioè dal signor Antonio Rossi che nelle missioni fatte da esso padre in Ferrara sei anni addietro tanto se gli affezionò che mai più volle lasciare nè la sua persona, nè le sue prediche.

Da Malalbergo partì alle ore 4 di notte (giusta l'orologio italiano) nel suddetto giorno del 12 Novembre in altra barca spiccata apposta a conto dell'Eminentissimo Crescenzi e la mattina del 13 entrò in Bologna per il Porto Navilio, ed il dopo pranzo si portò a congedarsi per l'imminente viaggio di Roma all'Illustrissimo e Reverendissimo Monsignor Sega Vescovo Delegato pontificio e da Monsignor Vicario Generale, ed in appresso dall'Eminentissimo Cardinale Doria Legato di detta città, suo particolare confidente da' quali personaggi fu accolto con segni di particolare stima e venerazione.

Il dì 14 suddetto nè restò all'ospizio dei padri Riformati per rispondere a varie lettere ricevute da Roma, ed in particolare da Sua Santità, come già si descrisse.
Intanto il Padre Guardiano dei Riformati si portò all'ospizio per augurare un felice viaggio al padre Leonardo, il quale ebbe tutta la consolazione di chiedergli la benedizione e licenziarsi.

Il dì 15 novembre 1751, alle ore 13, dopo terminate le missioni della diocesi di Bologna partì dall''ospizio dei padri Riformati di detta città il padre Leonardo.

Terminato così l'incarico delle missioni nella Diocesi di Bologna, padre Leonardo fa ritorno a Roma, appena in tempo per morirvi poche ore il suo arrivo.

Non si stupisca il lettore leggendo del viaggio per via d'acqua di padre Leonardo.
Bologna era collegato con l'Adriatico con un magnifico percorso d'acqua che permetteva flordi traffici mercantili.
Non per niente, Bologna, veniva definita una città di mare, per via del suo porto.
Vi sono ancora resti di tali manufatti che ancora testimoniano il passato.
Purtroppo, come spesso accade, l'incuria e la stupidità umana ha quasi cancellato secoli di storia.

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