ABATE CANONICO DON GIORGIO PAGANELLI

Non sempre capita che un sacerdote diventi parroco nella parrocchia in cui lo ha visto nascere, ricevere il battesimo, poi via via tutto il percorso di Fede dal primo catechismo dei sacramenti della Confessione, Comunione e Cresima.
Don Giorgio Paganelli è stato uno di questi.
Nato a Barbarolo, e precisamente nella borgata chiamata "Trebbo" distante circa 400 mt dall'Abbazia, l' 8 marzo 1925, fu battezzato nella Chiesa Abbaziale di Barbarolo il giorno dopo, come era consuetudine, a quei tempi, di non far passare molto tempo dalla nascita.
Frequentò la scuola elementare alla "Valle di sopra" (borgata a poca distanza dalla chiesa), la 1° la 2° e la 3° elementare, con la maestra Predieri Cesarina.
Poi la 4° e la 5° elementare la frequentò invece nella borgata "La Guarda" (molto distante dalla casa natale) con la maestra Antonia Luccoli del Querzè, (sorella di Semiramide anche lei maestra che invece insegnava in un'altra borgata).
A scuola, a quei tempi, si andava nei periodi non piovosi, a piedi scalzi, portandosi sulle spalle le misere scarpe di quei tempi, per poi mettersele prima di entrare in aula.
All'uscita venivano tolte.
Questo per poter risparmiare il loro consumo e deperimento.
Terminate le elementari venne iscritto a Loiano alla prima classe di "Avviamento agrario".
Qui dopo aver frequentato con ottimo profitto la prima continuò a frequentare la stessa scuola per due anni in un corso, diremmo preparatorio che, grazie alla intelligente iniziativa del Preside (romagnolo di nascita) Giuseppe Randi che insieme a una altra professoressa, Mele Jole in Sbrana, si sobbarcarono l'insegnamento di un gruppetto di ragazzi che desideravano proseguire in un minimo percorso di studio.
L'esame però al termine di questo biennio privato, lo dovettero dare a Molinella ( Bologna), unica scuola ad accettare questi ragazzi per poi fornire loro un minimo attestato scolastico, il cui preside Pierino Di Fonzo si assunse tutta la responsabilità di questi esaminandi.
Fu in questo periodo che, essendo amante della musica, chiese ed entrò a far parte della famosa "Banda di Loiano", molto rinomata a quei tempi e composta da più di 50 elementi..
Lo strumento assegnatogli fu il Genis" o Flicorno Contralto essendo tutti gli altri già assegnati.
Al momento in cui viene scritto questo articolo, don Giorgio Paganelli resta l'ultimo dei componenti in vita dell'antica Banda di Loiano ormai da anni non più esistente.
Terminata la scuola, Giorgio, rese palese la sua intenzione di prepararsi al sacerdozio parlandone con l'allora Abate di Barbarolo, Don Ugo Trerè.
Questi si prese molto a cuore la giovane vocazione e mosse tutti i passi presso il Seminario di Bologna per poterlo ammettere.
Memoria postuma che spesso don Giorgio mi racconta:
"Sempre, mi ritorna nella mente, un ricordo di quando ero fanciullo, forse 5..6 anni,ancora non andavo a scuola, quando la nonna mi chiese di portare al "nonno" che lavorava nei campi,(abitavamo a quel tempo nel podere "La Castellina") il povero desinare, avvolto in una grande fazzoletto di stoffa che poi veniva annodato.
Raggiunto che ebbi il nonno, dopo uno scambio di affettuose parole, dal campanile, dell'Abbazia di Barbarolo, arrivarono i rintocchi del mezzogiorno (a quei tempi era l'unico regolatore dei ritmi agresti), e vidi il nonno fermarsi, piantare la vanga nel terreno, appoggiarvi sopra il capello e inginocchiarsi nel solco del terreno, farsi un ampio segno di croce e recitare "L'Angelus" con un latino tutto suo, incomprensibile (ma ancora sorrido, dentro di me, al dolce pensiero di Dio che comprendeva pienamente il significato di quel "latino" sgrammaticato, e la "Fede" profonda di questo suo figlio devoto).
Mi restò fisso nella mente, questo semplice gesto di Fede.
Penso che sia stato uno dei "semi" che fecero sgorgare nei miei pensieri futuri, il desiderio di offrire la mia vita a questo "Dio" così Importante e Supremo.
Resta il fatto che questo ricordo è sempre un pensiero costante nella mia memoria nonostante siano passato circa novantanni." La mano della Divina Provvidenza iniziava a preparare il nuovo sacerdote.
Fu così che Giorgio entrò, a scuola già iniziata, presso il Seminario Arcivescovile di Bologna sito a Villa Revedin, in cui in una casetta accanto risideva anche l'allora Cardinale Nasali Rocca

Fu proprio questo Cardinale a proporre la creazione di un gruppo di seminaristi, sempre all'interno del detto Seminario Arcivescovile, con la dicitura di "Oblatini della Madonna di San Luca", essendo lui stesso molto devoto alla Madonna venerata sul colle della Guardia con questo titolo.
Diversi di questi seminarsiti che inizialmente diedero la loro adesione, fra cui don Giulio Cossarini, don Pietro Simili e altri di cui non ricorda il nome, non molto tempo dopo decisero di uscire da questo "gruppetto".
Rstando l'unico del gruppo, anche Giorgio prese la decisione di uscirne e così si sciolse il gruppo degli Oblatini.
Il costo del seminario era proibitivo per la famiglia di Giorgio, molto religiosa e onesta, ma poverissima di sostanze.
Fu così che il Cardinale Nasali Rocca lo affidò a due benefattrici che da tempo avevano espresso il desiderio di "curare" l'aspetto economico di seminaristi poveri.
Furono la signora Palma Vecchi e la signora Cesarina Bolelli che di fatto si assunsero in pieno ogni onere economico, sollevando non di poco, la povera famiglia che altrimenti non avrebbe potuto pagare la retta di mantenimento.
Si deve dire alcune cose particolari della signora Palma Vecchi.
Fu presa a Lucca come custode di Santa Gemma Galgani, ivi conservata e venerata.
Vi rimase parecchi anni poi ritornò a Bologna, ospite nella casa dei famigliari di sacerdoti, sita in Via Gombruti.
Ritornando alla biografia di don Giorgio, molto è descritto nelle sue "RACCONTI DI MEMORIE" (vedi voce specifica di menu).
Gli anni in cui fu seminarista li trascorse nel Seminario Arcivescovile, e per gli studi teologici nel Seminario Regionale, sito in città adiacente a Piazza dei Martiri.
Memoria postuma che don Giorgio mi raccontava spesso mentre passeggiavamo nel giardino della struttura che l'ospitava nei suoi ultimi anni:
Durante un bombardamento notturno che venne fatto sulla città di Bologna, una bomba d'aereo cadde proprio sul seminario, nell'ala in cui egli aveva la camera per dormire.
Fortunatamente la struttura resse all'esplosione per una serie di fortuite coincidenze, ma una grossa scheggia in ferro trapassò il pavimento e cadde proprio nel letto passandogli a meno di un centimetro dalla sua coscia.
Avvertì il calore della scheggia, ma non ebbe miracolosamente nessun danno.
Una seconda volte che la Divina Provvidenza era entrata in "azione" per proteggere il suo figlio...!
Mentre me lo raccontava, mi veniva in mente che, quando da ragazzo, un giorno in camera, in una cassetta che era sotto il letto dei miei genitori, che raccoglieva delle cose di mio fratello (quali vecchi libri di scuola e altro), frugando dentro trovai un grosso pezzo di ferro scuro, frammentato in più parti, e che quando chiesi alla mamma cosa fosse, mi disse che era una scheggia di una bomba, e rimetterla al suo posto, ma non mi disse mai il vero motivo, forse per non allarmarmi essendo ancora un ragazzo
I miei genitori,avendo vissuto gli orrori della guerra, erano sempre stati molto restii a parlarmene !
Mio padre aveva anche combattuto nella prima guerra mondiale ed era stato fatto "Cavaliere di Vittorio Veneto", ma anche di questo non era particolarmente orgoglioso, tante ne aveva passate !
Attualmente questa struttura non è più della diocesi.
Ricevette la "vestizione" dal Card. Nasali Rocca, nella notte del Santo Natale del 1944, in seminario, in pieno periodo di guerra, e con tutte le precauzioni di oscuramento.
F
u ordinato Sudiacono il 9 Giugno 1950 in Seminario
Fu ordinato Diacono dal Card. Giacomo Lercaro il 16 Giugno sempre 1950 nella Chiesa di San Martino sito in Via Oberdan.
Poi si ammalò
Grazie all’interessamento del Card. Lercaro, presso le truppe alleate, potè avere la prima penicellina , ancora sconosciuta in Italia, per essere curato per infezione polmonare. (una forte pleurite che sempre gli ha condizionato la vita anche dopo)
Dopo una lunga malattia e convalescenza (durata più di 5 anni) finalmente potè ricevere gli ordini che poi lo porteranno a essere "Presbitero" cioè sacerdote.
Finalmente il 14 Ottobre 1956 in una fredda e nebbiosa giornata ricevette la Sacra ordinazione a "Presbitero" nella zona posta dietro all'altare maggiore nella Basilica di San Petronio.
Fuorono solo in due: Don Giorgio Paganelli e don Libero Michelini.
Una nota: Durante l’estate del 1955, don Turrini, parroco a Loiano chiese al Card. Lercaro di poter usufruire dell’aiuto di Don Giorgio, allora diacono.
Furono molti a essere battezzati da lui, come pure curò la preparazione catechistica dei ragazzi alla prima comunione e alla cresima.
Iniziò così la sua vita consacrata.
Il cardinale Arcivescovo, avendolo seguito negli anni della malattia, ebbe una particolare attenzione nei suoi confronti; quindi gli
affidò un compito all'interno della Curia Arivescovile come Segretario del Vescovo Ausiliare Mons. Gilberto Baroni e Addetto all'anticamera del Vescovo.
Venne assegnato, come
officiante nella Cattedrale di San Pietro, (Via Indipendenza), in cui per molti anni e...per moltissime ore, quando non era impegnato in Curia,
svolse un prezioso servizio di Confessore.

Moltissimi erano i fedeli che sapendo la sua disponibilità ebbero modo di accostarsi al Sacramento del perdono e da loro stessi dichiarato, ricevere enormi benefici per la loro anima.
Vi restò per due anni interi, e memorabili furono le giornate in cui con la discesa della Venerata immagine della Madonna dal colle di San Luca.
Fino a circa 12 ore di confesseria, pressochè continuativa.
Nell'
anno 1963 avvenne che il Vescovo Ausiliare Mons. Gilberto Baroni venne nominato dal Papa, vescovo ad Albenga, in Liguria.
Il vescovo si rivolse al Cardinal Lercaro e ottenne che don Giorgio potesse seguirlo come Segretario in tale Diocesi, ma solo per un breve periodo.
Duarnte una visita, di passaggio, del Cardinal Lercaro ad Albenga, il Vescovo Baroni rinnovò la richiesta, ma Lercaro rimase irremovibile: solo per un anno al massimo, il tempo necessario per l'ordinazione ad Albenga di nuovi sacerdoti, per poi assegnarne uno di questi al compito di Segretario.
Il periodo ad Albenga fu intenso, in quanto il nuovo Vescovo visitava le parrocchie assegnate per prendere visione della vitalità, dei problemi e per una particolare attenzione verso i sacerdoti parroci.
Albenga ha sotto di se una parte della Provincia di Savona e una parte della provincia di Imperia.
Imperia è formata da due "paesi": Oneglia e Porto Maurizio, divisi fra di loro dal fiume Impero, da cui prende il nome :"Imperia".
Una città di circa 42.500 abitanti.
Una particolare sorpresa colse don Giorgio.
Albenga è vicino a Porto Maurizio, luogo natale del famoso San Leonardo da Porto Maurizio.
Ebbe modo di visitare la sua casa natale, dove è stata eretta una Cappella ad esso dedicata.
Presso questa casa, vi è il
"Centro Studi Leonardiano" dapprima fondato da Carmelo Lamboglia, poi ebbe un periodo di stasi, e infine venne ripreso e promosse numerose pubblicazioni e ricerche sotto la direzione di Sara Scicolone in Riello, tutt'ora vivente (mentre scrivo queste note) e che ancora tiene un continuo contatto epistolare con don Giorgio, sebbene la sig.ra Riello, attualmente soffrà di seri problemi alla vista.
Tale santo, come dalle schede specifiche nel menu ad esso dedicato, trascorse a Barbarolo, parrocchia natale di Don Giorgio circa 25 giorni e dove ebbe la sua ultima e importante missione; inviato dall'allora Papa Lambertini, nella ricorrenza e nella preparazione dell'Anno Santo.
E come detto dianzi in tale chiesa, Barbarolo,
don Giorgio ricevette il battesimo il 9 Marzo 1925, il giorno dopo la sua nascita.
Purtroppo l'anno trascorse molto in fretta, e le direttive del Card. Lercaro non ammettevano deroghe, e così il
24 Agosto 1964 don Giorgio fece ritorno nella Diocesi di Bologna.
Il Centro Leonardiano, saputo della sua partenza per Bologna, gli fecero dono di una preziosa reliquia di San Leonardo, che egli teneva sempre sul tavolino e che invocava ogni qualvolta si accingeva a preparare le omelie per prepararle degnamente e che portassero frutto.
(Ora è stata donata, dal fratello Marco, alla parrocchia di Pianoro Vecchio - Bologna - essendo stata, questa parrocchia, l'ultima in cui il santo Leonardo eresse la sua ultima via Crucis. Sede più consona ad essere conservata tale preziosa reliquia.
Il suo posto era già stato assegnato e così riprese servizio in Curia, non più come segretario ma nella Sezione Clero.
Ricevette anche la nomina a "Canonico della Insigne Collegiata di S. Maria Maggiore nella Basilica dei Ss. Bartolomeo e Gaetano" di cui al momento ne è il Decano.
Ma, a parte i momenti solenni, in cui l'intera collegiata presenziava, non ne faceva menzione alcuna con nessuno in quanto non ci teneva affatto a pomposità e celebrità.
Essendo venuto a mancare l'officiante nella Basilica di Santa Maria Maggiore, sita in Via Galliera, sempre a Bologna, il parroco,
don Mario Marchignoli si rivolse al Vescovo al fine di ottenere un altro aiuto officiante per la S.Messa e per le Confessioni.
Venne così inviato in tale Chiesa, sollevandolo dagli impegni in Cattedrale.
Anche qui, ogni mattina celebrava la S. Messa, poi si recava in Curia per l'espletamento delle sue mansioni.
E nel pomeriggio ritornava in S. Maria Maggiore per le confessioni.
Nel giugno del 1971 venne nominato parroco proprio a Barbarolo, paese natale, e il suo ingresso avvenne il 24 Agosto 1971, e qui vi rimase fino al 23 ottobre 1982
Alcune sue opere sono visibili in questi articoli:
In tale periodo, per problemi di scarsità di sacerdoti, gli fu affidata anche la Parrocchia di Bibulano.
Impegno piuttosto gravoso ma che cercò di assolvere al meglio spostandosi continuamente tra Barbarolo, chiesa Abbaziale madre, con le frazioni di Sabbioni, in cui iniziò anche la costruzione di una chiesa, con la frazione di La Guarda, sempre nel territorio di Barbarolo, e con Bibulano.
Ancora un intervento della Divina Provvidenza….!!
Mentre portava a casa i bambini del catechismo, vicino alla località La Guarda, ebbe un incidente (girandosi indietro per calmare i bambini che facevano chiasso) provocò la fuoriuscita della 500 dalla strada e rotolarono per circa 300 mt lungo la collina, causando abbastanza danni all’auto…ma don Giorgio restò illeso, un bambino ebbe una frattura al braccio e gli altri qualche contusione superficiale.
Dio lo proteggeva vistosamente…..!!!
In occasione di un Anno Santo, su richiesta dell’allora cardinale Poma, di realizzare qualcosa di particolare per questo Giubileo, decise di far viaggiare nelle varie frazioni una Venerata immagine della Madonna di San Luca che da secoli è custodita nell’oratorio di San Cristoforo, e che ogni anno, in occasione delle celebrazioni alla Madonna fatte nella città di Bologna, veniva trasportata a piedi in processione per circa 4 km dall’oratorio alla chiesa di Barbarolo, passando per boschi, viottoli e strade sterrate. Ebbe un grande successo, e a furore di popolo, gli chiesero di rinnovare ogni anno tale celebrazione, con una immensa soddisfazione spirituale di mio fratello, soprattutto per le numerosi confessioni e comunioni nelle celebrazioni che avvenivano.
Trasferito alla Parrocchia di San Bartolomeo di Musiano nel comune di Pianoro vi rimase 29 anni.
Una cosa che gli stava a cuore, era di non essere di disturbo alle varie attività del posto: con i gestori di un circolo locale, si incontravano per stabilire il calendario delle varie manifestazioni per evitare così sovrapposizioni di eventi.
Come pure, cercava nei tempi liberi possibili di visitare ammalati che non potevano muoversi: e alle famiglie che gli facevano presente che non erano praticanti, egli chiedeva.."posso come amico venire a fargli un po' di compagina ?", ottenendo così simpatia e persone a braccia aperte che lo aspettavano
Seppe farsi amare da tutti, non erigendo nessun muri ideolgici, ma curando sempre l'aspetto umano, personale.
Una sua opera è visibile in questo articolo:
Per serie problematiche di salute, dopo ripetute dimissioni, sempre rifiutate, il Cardinale Caffarra, seppur a malincuore, accettò le sue dimissioni, comunicandogliele proprio nella giornata che terminò la sua visita Pastorale alla parrocchia di Musiano nel 2011.
Cessò, così, ufficilamente l'incarico di parroco il giorno 18 dicembre 2011, data in cui prese possesso il nuovo parroco (don Orfeo Facchini), che gli proibì di essere presente il giorno del suo possesso...!
Ritiratosi a vita privata, insieme ad una sorella Ida, fedele e sempre disponibile, che sempre gli era stata accanto da Barbarolo in poi, trovò abitazione in un appartamento a Pianoro, in via Fantini, che gli fù gentilmente concesso dal sig. Marechesini; e sentendo il bisogno di trovare un luogo in cui poter celebrare la S. Messa, vista la proibizione di Musiano, si recò presso la struttura della Casa Sacra Famiglia, a pochissima distanza dall'abitazione
e chiese alla Madre Superiora Suor Giacinta, se poteva celebrare la S. Messa nella chiesetta della struttura che ospitava circa un centinaio di anziani.
Con immenso piacere e a braccia aperte lo accolse, e insieme a lei anche le altre consorelle, suor Gina, suor Gianfranca, Suor Rosa Pia, suor Domitilla, in quanto ad esse mancava proprio una figura, presente, religiosa costante e sicura.
Non continuamente vi andava già anche Mons. Rosati, ma cagionevole di salute non potè proseguire.
Per un breve periodo vi fu anche un'altro sacerdote, (don Gabriele Pallotti), ma
la Madre Superiore, "nominò" don Giorgio cappellano della struttura con gioia degli ospiti ivi presenti.
Ogni giorno al mattino vi era la messa, come pure al sabato pomeriggio come prefestiva e tutte le domeniche alle ore 10,30.
Ben presto divenne un punto fisso e sicuro per moltissimi pianoresi che ivi si recavano alla prefestiva, e alla domenica; oltre a confessioni sempre più richieste.
Con la morte della sorella avvenuta il 23 marzo 2014, data la sua avanzata età, prese la decisione di non vivere da solo.
La struttura della Casa Sacra Famiglia, fu ben lieta di accoglierlo come ospite fisso, e coadiuvato dall'unico fratello vivente, Marco, dispose per il trasferimento e liberarono l'appartamento.
E' stato ospite presso tale struttura, con diversi acciacchi, ma sempre lucidissimo di mente, e ha svolto con la sua consueta dedizione e attenzione tutta la parte "religiosa" : Santa Messa quotidiana, messa prefestiva molto partecipata da esterni della struttura, S.Messa festiva, Olio Santo agli infermi della Casa, e i funerali ogni qualvolta i parenti lo richiedevano all'interno della stessa struttura, e le confessioni,continuando così quanto aveva iniziato dal primo giorno in cui si presentò alla Madre Superiora Suor Giacinta ( questa purtroppo deceduta nell'ottobre 2015).
Al momento in cui riporto le notizie, la nuova Madre Superiora è Suor Raffaelisa.
Anche nella struttura, cercava di non essere di peso, e con stupore del personale, ogni mattina, si alzava alla 4,30, rifaceva il letto, come da seminarista, per poi dedicarsi alla preparazione della S. Messa quotidiana e alla recita delle preghiere delle ore, e per il mangiare non ha mai mosso nessuna critica, anzi era più che contento.
Purtroppo, con suo grande dispiacere, mi confessava che da quando era sulla carrozzina, non poteva più fare tutte queste cose….e si sentiva un peso per il personale che dovevano vestirlo e sistemarlo nella carrozzina.
Poco prima della sua morte, mi donò la preziosa reliquia di San Leonardo da Porto Maurizio, che ho custodito con cure per diversi anni, poi l’ho donata con cuore a Don Daniele Busca, parroco anche a Pianoro Vecchio, essendo, questa parrocchia, l’ultima visitata dal santo e dove eresse la sua ultima Via Crucis, luogo più adatto e consono per una tale reliquia.
Per la sua “vita spirituale” ogni mese lo portavo presso la Basilica di San Domenico a Bologna per la direzione spirituale da padre Massimo Negrelli, con cui da moltissimi anni aveva una frequentazione mensile: erano le uniche volte che…non ammetteva deroghe..e così insieme avevamo stillato un programma, per adeguarlo alle mie necessità famigliari
In data 13 ottobre 2019 alle 14,20 don Giorgio è ritornato alla Casa del Padre dopo una breve malattia per una recrudescenza dei disturbi polmonari sempre latenti.
E' sepolto nel cimitero comunale di Pianoro a Musiano - Vicino alla Chiesa che lo ebbe parroco per 29 anni.
Per il suo ministero sacerdotale, lascio doverosamente il compito di giudizio ai parrocchiani che lo ebbero parroco.
Ma la memoria di don Giorgio vedo che è tuttora molto viva, in quanto molto spesso, persone a me sconosciute, sapendo che io sono il fratello, mi fermano, e mi vogliono rendere partecipe del loro profondo ricordo di un “prete che sapeva fare il prete – come mi dicono loro, ripetendo le loro parole” - è chiaro che ha lasciato in loro, un segno forte e indelebile.
Grazie a tutti per la pazienza di avermi ascoltato nel ricordare questi alcuni di questi ricordi di don Giorgio.
A chi interessa, qui sono visibili alcune foto della sua Ordinazione Presbiterale nella Basilica di San Petronio in Bologna dal
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