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appunti di Don Giovanni: Abate Rizzoli - parte 4°



abate rizzoli
Dell'Abate Rizzoli e degli avvenimenti di quel tempo so ben poco.
Al tempo della mia prima infanzia si parlava ancora molto di lui dalla popolazione e particolarmente dell'Abate Rizzoli e del mio babbo.

Si diceva che era grassottello, non alto di statura, intelligente, buon parlatore, parroco zelante; aveva sicuramente lasciato un ottimo ricordo e anche rimpianto.
(L' Abate Agostoni ricordava spesso anche l'Abate Baraldi di cui si conservava un ritratto a olio su tela, nel primo piano in un ripostiglio)

Fu molto discussa e direi alquanto drammatica la sua successione.

Appena morto fu nominato l'Economo Spirituale, che doveva reggere la parrocchia fino alla elezione del nuovo parroco.

Ci fu il concorso e si seppe a Barbarolo che i concorrenti erano parecchi e non fa meraviglia perchè la popolazione era molto religiosa, si sentiva ancora l'eco delle predicazioni di S. Leonardo da Porto Maurizio i cui discorsi venivano tramandati da padre al figlio e ravvivati dalla grande festa del 26 Novembre in cui si commemorava e si riviveva la figura, gli insegnamenti del Santo.

Era una seconda Pasqua !

Inoltre il beneficio parrocchiale era assai cospicuo.

Fra i concorrenti c'era anche l'Economo Spirituale, Don Mamante, un sacerdote umile, non di grande elevatura intellettuale, molto dedito alle preghiere e che aveva conquistato nei diversi mesi di Economato l'affetto dei parrocchiani.

Quando si seppe che il concorso era stato vinto da Don Adolfo Agostoni, nato a Monte San Giovanni, e allora cappellano a Fiesso di Castenaso, ci fu non solo rammarico ma anche sollevazione, una rivolta.

Incominciarono la discussione animatissima: i parrocchiani si divisero in due fazioni, una pro Don Mamante, l'altra pro Don Agostoni.

Mi duole dirlo ma il capo eletto della prima fazione, cioè contro il designato Don Agostoni, era proprio mio padre che con una commissione si portò in Curia a Bologna per chiedere all'Arcivescovo (mi pare, ma non ne sono sicuro che fosse il Cardinale Svampa).

La commissione fu accolta bene, fu ascoltata, ma ci fu un netto rifiuto alla richiesta.

Ritornarono delusi in mezzo ai compaesani, che li aspettavano con ansietà e riferirono l'esito della loro missione, aggiungendo che la volontà dei superiori era quella e quindi bisognava chinare il capo.

E si accinsero tutti a preparare la festa per l'ingresso del nuovo Abate.

Aggiungo ora (con tanta soddisfazione) che il mio padre, dal carattere fermo, onesto, deciso, si presentò per primo al novello parroco dicendo: "Sono Luigi Maurizzi, io Lei non lo volevo, avrei preferito Don Mamante, ma ora è lei il mio Abate e con tutto il cuore mi metto a disposizione per quello che io potrò fare."
E divenne l'amico di tutti i giorni e fu lui presente al momento della morte, che poi lo vesti e lo depose piangendo nella " cassa funebre ".

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