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SCHEDE CARDINALI NEL BOLOGNESE



OTTAVIANO (I) UBALDINI - fiorentino
Amministratore - (poi Cardinale 1240-1244)


ZamaDiscendente di una potente famiglia aristocratica del Mugello tradizionalmente fedele all'imperatore, nacque non prima del 1210 da Ugolino d'Albizzo e sua moglie Adelaide.

La sua carriera ecclesiastica cominciò presumibilmente con l'assegnazione di un canonicato a Bologna, dove dal 1236 rivestì la carica di arcidiacono.
Papa Gregorio IX aveva per lui una particolare predilezione: non solo lo nominò suddiacono e cappellano pontificio, ma nel 1240 gli affidò anche l'amministrazione della diocesi di Bologna, dopo che il capitolo lo aveva proposto quale vescovo.
Ma non avendo ancora raggiunto l'età canonica di trent'anni, non poté essere ordinato.

Nel maggio 1244 papa Innocenzo IV nominò il giovane chierico cardinale diacono di S. Maria in Via Lata.
Nell'autunno dello stesso anno prese parte al viaggio della Curia a Lione e presenziò al concilio che deliberò la deposizione di Federico II.

Nel marzo 1247 fu nominato legato in Lombardia e Romagna, per organizzare insieme a Gregorio da Montelongo, attivo già dal 1238, la difesa contro l'imperatore in Italia settentrionale.
Un primo tentativo di far valicare le Alpi a truppe provenienti da nord naufragò nella primavera-estate del 1247 di fronte alla resistenza del conte di Savoia, alleato di Federico II.
Nell'agosto 1247, da Milano, riunì un esercito arruolato in tutta l'Italia settentrionale contro re Enzo ed Ezzelino da Romano per sbloccare l'assedio di Parma, ma non osò attaccare e alla fine dell'autunno le sue truppe si dispersero.
Dopo la vittoria dei parmensi sotto il comando di Gregorio da Montelongo sull'accampamento imperiale fortificato di Vittoria (18 febbraio 1248). si mise di nuovo all'opera e, con l'aiuto di un esercito reclutato tramite Bologna, nel giugno del 1248 era riuscito a riportare dalla parte del papato le città di Forlì, Cesena, Imola, Ravenna e Faenza in Romagna.

Nella seconda metà dell'anno compì un'operazione analoga in Emilia.
Trascorse gran parte del 1249 a Bologna cercando di consolidare le sue conquiste.
Nella primavera del 1250 lo troviamo a Venezia e a Ferrara, per organizzare la difesa contro Ezzelino da Romano, e in seguito, di fronte agli insuccessi del legato Pietro Capocci nelle Marche, che minacciavano anche Parma e Piacenza, fu impegnato ad assicurare queste città alla causa papale.

Anche dopo la morte dell'imperatore il 13 dicembre 1250 la situazione non mutò, con coalizioni alterne e cambiamenti di fronte, finché nel giugno 1251 a Genova rassegnò il suo mandato a papa Innocenzo IV di ritorno dalla Francia.
Già nel novembre dello stesso anno tuttavia gli fu affidato nuovamente l'ufficio di legato per la Lombardia, la Romagna e il patriarcato di Aquileia, questa volta senza la concorrenza di Gregorio da Montelongo che dall'ottobre 1251 era patriarca di Aquileia.

Nel marzo 1252 il cardinale fece di nuovo giurare a Brescia la Lega lombarda in vista della difesa contro Corrado IV e i sostenitori degli Svevi e prese provvedimenti di carattere militare.
L'esito della prima prova gli fu sfavorevole, poiché il margravio Uberto Pallavicini riuscì ad assediare con successo Rivergaro in autunno, senza che ostacolato dalla mancanza di mezzi e dal suo carattere irresoluto, avesse sferrato un attacco decisivo.
Il registro delle lettere del cardinale fornisce informazioni dettagliate su questi mesi.
Innocenzo IV lo dispensò dal suo ufficio di legato; Salimbene da Parma riferisce della profonda irritazione del papa. Troviamo di nuovo il cardinale alla Curia di Perugia nel febbraio 1253.

Dopo la morte di Innocenzo IV fu uno dei compromissari incaricati dagli altri cardinali dell'elezione del nuovo papa, Alessandro IV.
Già poche settimane più tardi, nel gennaio 1255, ricevette l'incarico di collaborare alla riorganizzazione del Regno di Sicilia dopo la morte di Corrado IV.

Essendo già legato, si trattenne comunque alcuni mesi alla Curia di Napoli e lì assistette alla scomunica solenne di re Manfredi e all'assegnazione del Regno al principe inglese Edmondo.
Alla testa di un esercito, in giugno, avanzò su Benevento, ma anche questa volta non si giunse alla battaglia decisiva contro l'esercito di Manfredi a S. Angelo dei Lombardi a causa delle esitazioni del cardinale.
La conclusione di una tregua consentì all'esercito pontificio di spostarsi verso la Puglia e di occupare Foggia, ma Manfredi dopo un breve assedio riuscì a ottenere dal cardinale, in cambio del ritiro delle truppe pontificie, un trattato che rappresentava una soluzione della questione siciliana a favore di Manfredi e di Corradino.

Ma Alessandro IV lo rifiutò e dovette tornare in Curia nell'agosto 1255.
A fine anno lo troviamo di nuovo in Terra di Lavoro.
Il suo incarico come legato si concluse nel marzo dell'anno seguente.
Più volte fu espresso il sospetto di una sua segreta collaborazione con Manfredi.
In seguito, fino alla morte di Alessandro IV nel 1261, si trattenne in Curia, come si deduce da numerose sottoscrizioni di privilegi papali.
In questo periodo fu nominato cardinale protettore dei Camaldolesi e dei Vallombrosani.
Sotto il pontificato di Urbano IV, risiedette sempre alla Curia pontificia, senza che gli fossero affidati incarichi importanti.

Un registro dei processi da lui istruiti, dal 1257 al 1264, lo mostra impegnato soprattutto nella giurisdizione curiale. Sotto il pontefice francese Clemente IV il cardinale sembra aver riconquistato il suo peso politico.
Trascorse il lungo periodo di vacanza della Sede Apostolica insieme agli altri cardinali a Viterbo e fu tra gli elettori di papa Gregorio X.
Dopo aver accompagnato quest'ultimo a Roma, morì fra il 5 e il 13 marzo 1272.
Fu sepolto nella pieve di S. Maria in Fagna nel natio Mugello.
(Dati desunti da "TRECCANI" - )
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