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SCHEDE CARDINALI NEL BOLOGNESE



GIOVANNI del POGGIO - bolognese (1447)


DEL POGGIO Nacque a Bologna, all’inizio del Quattrocento; era figlio di Battista, appartenente alla famiglia dal Poggio (cognome poi assestatosi nella tradizione in Poggi), di probabile origine lucchese, poi impiantatasi a Bologna nella cappella di S. Andrea dei Piatesi.
Le fonti non restituiscono invece l’identità della madre.

Giovanni intraprese gli studi giuridici ottenendo, nel 1433, la laurea in diritto civile e nel 1436 quella in diritto canonico (occasione in cui viene definito nobilis).
Presto aggregato a entrambi i collegi, svolse attività di docenza dal 1433 al 1445, dedicandosi principalmente all’insegnamento del Digesto nuovo.
Alla carriera accademica, che gli garantì notevole fama e sostanziose entrate, affiancò tardivamente quella ecclesiastica.
Ottenne nel 1437 un canonicato nella cattedrale di S. Pietro, ricevendo in breve tempo gli ordini sacri.

Due anni più tardi (1439), probabilmente in considerazione del suo bagaglio giuridico e della sua esperienza accademica, venne nominato dal vescovo Niccolò Albergati proprio vicario generale in spiritualibus, con estensione in temporalibus a partire dall’anno successivo, con annesse speciali competenze circa lo Studium.
La prolungata e forzata assenza di Albergati dalla propria diocesi rese di fatto il vicario Giovanni Poggi un ‘vescovo dissimulato’, ruolo comune a molti omologhi italiani coevi; ne è testimonianza la reiterazione del mandato nel 1445 da parte del nuovo presule, il concanonico di S. Pietro Tommaso Parentucelli, anch’egli già vicario di Albergati.

Il futuro Niccolò V intese contestualmente gratificare il proprio principale collaboratore attraverso l’attribuzione di importanti prebende, quali l’arcipretura della Pieve di Cento e un canonicato nella collegiata urbana di S. Maria Maggiore.

Pochi giorni dopo la promozione al soglio pontificio, il 22 marzo 1447 Parentucelli destinò Giovanni Poggi quale suo successore sulla cattedra di Petronio, tessendone ampie lodi («de vitae munditia, honestate morum, spiritualium prudentia et temporalium circumspectione»; Piana, 1976, n. 2117).

Un mese e mezzo più tardi (7 maggio) fu solennemente consacrato a Bologna in S. Maria della Misericordia dall’arcivescovo di Firenze Antonino Pierozzi.


Poggi si trattenne nella sua diocesi soltanto per pochi mesi, a cavallo tra la primavera e l’estate, periodo in cui vennero definiti i cosiddetti ‘Capitoli di Niccolò V’, che disciplinavano su nuove basi il rapporto tra la città di Bologna e la Chiesa.
Il vescovo, tuttavia, lavorò di concerto con le autorità cittadine più che altro sul fronte dei territori di Cento e della Pieve di Cento: pur essendo questi soggetti all’episcopio, nel cui nome erano allora retti da Filippo Poggi, fratello di Giovanni, il presule favorì su pressione del governo cittadino – nonostante egli fosse di diverso avviso – l’allontanamento da quella località di alcuni fuoriusciti bolognesi.

L’11 settembre 1447, accompagnato dall’amico Giovanni d’Anagni e da Gaspare Sighicelli, partì alla volta di Roma per esservi nominato governatore, oltre che vicecancelliere papale.
Proprio a Roma morì, di lì a breve (il 14 dicembre), per sospetto avvelenamento procurato per invidia e venne sepolto in Vaticano.


Nel testamento, redatto pochi giorni prima della morte, aveva nominato erede universale la sorella Anna, concedendo tuttavia a un allievo il diritto di usufrutto pluriennale della propria biblioteca.

(Testo desunto da: Enciclpedia Treccani)

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