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SCHEDE CARDINALI NEL BOLOGNESE

GIACOMO LERCARO - genovese - Cardinale - (1952 - 1968)

vescovi e cardinali

Sul Cardinale Giacomo Lercaro sono stati scritti moltissimi libri, recensioni, e molto altro, vista la grande "statura" storica del personaggio, per i suoi scritti, le sue importanti opere, e iniziative e per la grande importanza avuta nel Concilio Vaticano II, in particolare sull'importante argomento della "Liturgia".
Pertanto qui cercherò di presentare un quadro generale, rimandando gli studiosi o interessati a ricercare le sue opere e approfondimenti che più interessano.

Giacomo Lercaro, penultimo di nove figli, nacque il 28 ottobre 1891 a Quinto al Mare, oggi quartiere del Comune di Genova, da una famiglia di modeste condizioni.

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Formazione e ministero sacerdotale:

La sua entrata nel seminario diocesano avvenne all'inizio dell'anno scolastico 1902-1903.
Le persone che maggiormente influirono sulla formazione del ragazzo, soprattutto sul suo indirizzo spirituale, furono don Giuseppe Calcagno, mons. Giacomo Moglia e l'abate Mario Righetti, tutti eminenti liturgisti.

Venne ordinato sacerdote il 25 luglio 1914.

Durante la prima guerra mondiale giunse per lui l'ora della chiamata alle armi.
Destinato al servizio di sanità, fu inviato in un ospedale da campo, vicino a Genova, avendo egli premura, nei momenti liberi, di tenere i contatti col seminario.
Successivamente venne trasferito prima in provincia di Vicenza e quindi in provincia di Verona.

Chiusa la parentesi 1915-18, ebbe inizio per don Lercaro un fecondo impegnato periodo.
La sua testimonianza sacerdotale si qualificò fin dall'inizio con l'apostolato del mare di cui fu il primo cappellano in Italia.
Gli rimase tuttavia il tempo per prendere contatto coi sobborghi più abbandonati di Genova, assistendo segretamente e istruendo una categoria allora denominata dei «reclusi vivi».
Si trattava di lebbrosi accolti nel Lazzaretto di Genova.

Giovane sacerdote fu assegnato quale docente di Sacra Scrittura nel Seminario Maggiore di Genova.
Negli anni 1926 e 1927 assunse la cattedra di filosofia dell'Istituto «Vittorino da Feltre» e dal 1927 al 1937 divenne apprezzato insegnante di religione al Liceo statale «C. Colombo».
Nel 1937, Lercaro fu nominato dal Cardinale Minoretti prevosto della Collegiata di S. Maria Immacolata.
Si trattava di una parrocchia di 15.000 anime, situata nel centro di Genova di cui ebbe la guida per un decennio.
Impegnandosi in un ministero svolto in tempi alquanto duri - dal 1937 al 1947 - ivi compresi gli anni dell'ultimo conflitto.

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Ministero episcopale e cardinalato:

Il 19 marzo 1947 venne consacrato vescovo da monsignor Giuseppe Siri, arcivescovo di Genova e già suo alunno in seminario, e il successivo 27 aprile fece il suo ingresso solenne nell'arcidiocesi di Ravenna.
Il 19 aprile 1952 venne trasferito alla sede di Bologna dove entrò ufficialmente il 22 giugno.
Il 12 gennaio 1953 Pio XII lo creò cardinale con il titolo di Santa Maria in Traspontina.
Nell'ottobre del 1958 partecipò al Conclave in cui venne eletto papa Giovanni XXIII.

Dal 1962 partecipò ai lavori del Concilio Ecumenico Vaticano II.
Nel giugno 1963 prese parte al Conclave che portò all'elezione di papa Paolo VI.
Nei primi due scrutini, come candidato dell'ala progressista di rincalzo alla candidatura Montini, ottenne una ventina di voti che, al terzo scrutinio, confluirono su Montini, che fu eletto al sesto.

Il 21 agosto dello stesso anno venne nominato membro della commissione per il coordinamento dei lavori del Concilio e il successivo 15 settembre diventò uno dei quattro moderatori del Concilio stesso.

Dal 1964 al 1967 presiedette il "Consilium ad exsequendam Constitutionem de Sacra Liturgia" e dal 1965 fu membro della commissione postconciliare per l'interpretazione dei testi del Concilio.
Nei mesi di settembre e ottobre del 1967 partecipò al I Sinodo dei vescovi.

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Il 1º gennaio 1968, prima giornata della pace, a Bologna, il cardinale pronunciò un'omelia, predisposta dal suo collaboratore ed ex-parlamentare Giuseppe Dossetti ma da lui senz'altro condivisa, nella quale condannò con decisione i bombardamenti sul Vietnam.
Lercaro si dimise, ufficialmente per motivi di salute, nel 1968, pronunciando queste parole: «Il Papa mi ha detto vieni ed io sono venuto. Il Papa mi dice va' ed io vado».
Il 12 febbraio 1968 lasciò la sede arcivescovile di Bologna.
In realtà, con tale frase, Lercaro ammise che era stato proprio il pontefice Paolo VI a chiedergli di rinunciare all'incarico, a seguito di un frattura tutta interna alla curia romana (oltre che delle visioni differenti in merito alla guerra americana in Vietnam), tanto che si parlò di "cardinale destituito".
Dal 18 al 25 agosto 1968 era stato legato pontificio al XXXIX Congresso eucaristico internazionale di Bogotà.
Tenne la rubrica radiofonica "Ascolta si fa sera" per un periodo nei primi anni '70.
Si distinse per la sua catechesi.
Egli leggeva passi del Vangelo, senza aggiungere alcuna sua parola.

Il 18 ottobre 1976 morì nella sua residenza di Villa San Giacomo, nell'immediata periferia di San Lazzaro di Savena e, come gran parte dei suoi predecessori, le sue spoglie vennero tumulate nella Cattedrale di San Pietro.

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Il vescovo:

Nei giorni della morte, la stampa cattolica fu unanime nel riferire che con Lercaro era scomparsa una delle figure «più significative ed emblematiche della vita della Chiesa di questi decenni». Nel solco della tradizione, come tutti i vescovi di Bologna, fu molto ostile alle istituzioni cittadine di matrice comunista.[senza fonte].

Il padre conciliare;

Al Concilio iniziò come semplice membro della commissione sulla liturgia, poi dalla seconda sessione alla fine, espletando il ruolo assunto con gli altri “delegati seu moderatores” nel Concilio stesso.
Per chiarire il pensiero del Card. Lercaro sul Concilio giova ricordare un suo discorso rivolto ai sacerdoti bolognesi partecipanti al Piccolo Sinodo diocesano del 1963:

“Il Concilio ha messo in contatto fra loro, come mai era finora accaduto nel passato, i Vescovi di tutto il mondo; grazie a questo contatto nell'anima, nella mente, nello spirito di ciascun Padre si matura un significato più qualificante, più organico e dinamico nella cattolicità della Chiesa…
Ora essa appare come meravigliosa capacità evangelica, assumendo e fermentando ogni realtà buona; permeando del suo spirito ogni civiltà esprimentesi in ogni lingua, penetrante ogni forma mentis”.


Lercaro spinse i lavori delle commissioni che preparavano i libri liturgici, e si spese nell'indicare - sempre richiamando prudenza e gradualità di attuazione - i mezzi e i modi concreti di applicazione dei principi proposti dal Vaticano II.

vescovi e cardinali (dati ed immagini desunte da "Wikipedia")

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