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SCHEDE CARDINALI NEL BOLOGNESE



BERNARDO de BONNEVALLE - (1371 - 1378)

Nato a Limoges (Francia) da nobile famiglia imparentata con papa Gregorio XI (Pierre Roger de Beaufort). Divenne canonico della Cattedrale di Bologna e da lì, nel dicembre 1366, fu eletto vescovo di Rimini.
Traslato successivamente nelle diocesi di Spoleto (13 febbraio 1371), Bologna (1371-1378), Nîmes (1383-1391) e, infine, Limoges (1391-21 novembre 1403), presso cui morì (alcuni indicano come luogo di morte il borgo di Isle) e fu sepolto.

Riordinò le normative del Clero bolognese per limitare il decadimento del comportamento dei sacerdoti.
Nel 1376 Cento si ribellò alla potestà di Bologna e del suo Vescovo e lo fece prigioniero.
Poi fu la volta di Bologna ad insorgere sotto la guida degli Azzoguidi, dei da Saliceto, dei Maltraversi e dei Beccatelli, che assalirono ed occuparono Palazzo Comunale e del Podestà, bruciando tutti i libri dei bandi e proclamando il libero comune.
Fu deposto da Papa Urbano VI e trasferito a Nimes.
Morì a Lomoges nel 1403.

Altre notizie Bernardo Bonnevalle, limosino [come il suo predecessore Emerico Chatty].
Fu eletto vescovo di Spoleto nel 1371.
L'Ughelli nella sua opera sui vescovi di Rimini, e precisamente nel tom. 2, scrisse che Giovanni Bonnevalle, già canonico di Bologna, ed auditore del cardinale Albornoz fu fatto vescovo di Rimini nel 1367; poi dice che morì nel 1375.
Esso commette due errori perché il suo nome era Bernardo e non Giovanni; poi non morì in quell'anno, ma invece fu trasferito al vescovato di Spoleto.
E così non lo annovera fra i vescovi di quella diocesi.

La Bolla della collazione fatta a Bernardo del vescovato di Bologna, che si trova nel codice diplomatico bolognese, dice chiaramente che fu trasferito a Bologna dal vescovato di Spoleto.
Egli non prese possesso sì presto del vescovato di Bologna, perché in un contratto che si trova registrato nel libro dei memoriali del 1375, trovasi scritto che in remotis agebat.
Eccone il testo:

"Iacobus de Castro Britonum, Decretorum doctor, Vicarius Generalis D. Bernardi Episcopi in remotis agenti. Questo Iacopo era già stato vicario anche del vescovo Emerico. Il Sigonio, a pag. 150 e 151, narra che il vescovo Bernardo celebrò il Sinodo nel 1374, al quale Sinodo il Sigonio stesso fa intervenire Filippo Caraffa, arcidiacono, che troviamo realmente rivestito di questa dignità anche del 1373."



Il Sigonio, a pag. 151, dice che nel 1375 Cento si ribellò contro i suoi magistrati e si sottopose a Bologna. Si oservi che i centesi effettivamente tumultuarono ma non si sottoposero a Bologna, la quale allora era suddita del papa, ed aveva i Legati.
L'atto di concordia dei centesi, per mezzo del quale si effettuò la divisione delle comunità di Cento e Pieve, è un prezioso documento che si conserva nell'archivio di Bologna, dal quale lo trasse e lo copiò il P. Melloni.
Nel 1375, i fiorentini e i milanesi fecero guerra al papa: " Aimericum, bononiensem modo episcopum, quia Questor pontificis erat, ceperunt, ac mori maturius coegerunt ", così soggiunge il Sigonio.

Questo è errore, perché Emerico era in Francia, nel suo vescovato di Limoges, e non ebbe malanni di sorta.
A pag. 152 dice che i bolognesi, nel 1376:

tumultu per quosdam nobiles excitato, Legatum ipsumurbe egredi coegerunt, ac Repubblica instituta, quam Statum Libertatis vocaverunt, duodecim Antianos et Vexilliferum Justitiae creaverunt.



Questa riforma della libertà è vera, ma la ragione che ve li spinse si fu la tema che papa Gregorio, penuriando di danaro, volesse dar Bologna al marchese d'Este; ed infatti era già stata iniziata qualche trattativa dal legato nel 1376. Poi, a carta 152, soggiunge:

"Qua re accepta (1377), Gregorius subito exercitum ad recuperandam Bononiam misit, ac mox ipse cum tota aula in Italiam remigravit, ac proximo, pace petentibus bononiensibus reddita, urbem ipsam recepit.".



Pare positivo che questo avesse uogo nel 1377.

Lasciò il Papa per cinque anni il governo in mano de' magistrati, con patto però che giurassero fedeltà alla Santa Sede; deputò come suo vicario Giovanni da Legnano; per riceverne il giuramento.
Ma è positivo che questi non avea giurisdizione alcuna ed abitava nella sua casa particolare, considerando il suo mandato esclusivamente per ricevere il giuramento in discorso.
A pagina 152, il Sigonio dice che il papa Gregorio XI nel 1377:

" in aedibus Pepulorum tum exulantium, Collegium alterum, Egidii exemplo, instituit, quod Gregorianum vocatum, magnis vectigalibus ad alendos quinquaginta scholares, instruxit".


E' da osservarsi che l'istituzione del Collegio Gregoriano trovasi per esteso descritta nel nostro Codice diplomatico, ma però è incontestabile che tutto ciò debba aver avuto luogo prima del 1377, perché nel libro dei Memoriali trovasi una convocazione, sotto la data del due agosto 1336, nella quale venne chiamato anche il rettore del Collegio Gregoriano.

Questo collegio era allora stabilito nelle Case vecchie, o Palazzo vecchio de' Pepoli, i quali, rimpatriando poi, ne ripresero possesso, sicché i collegiali dovettero andarsene altrove.
In progresso di tempo il collegio stesso fu abolito ed i suoi beni furono applicati alla Mensa del Capitolo di San Pietro.
A pag. 152, il Sigonio dice che il vescovo Bernardo morì nel 1378.
Ciò è erroneo, e nell'errore stesso cadde il Ghirardacci, aggiungendovi esser morto quattro giorni dopo aver fatto le esequie di papa Gregorio.

Nel libro dei Memoriali si trova un atto sotto la data del 6 gennaio 1378, il quale nomina Bernardo vescovo, che si era assentato da Bologna fin dal 1375; per cui non poteva certamente esservici nel 1378, di gennaio; e neppure nel settembre, perciocché nello stesso libro dei Memoriali si legge un atto del 29 settembre 1378, nel quale si dice:

" Convocatis et congregatis Sororibus Conventus S. Iacobi et Philippi in burgo S. Mamae (detto ancora: di S. Elisabetta) quae sorores vocantur Suore Santuccie, mandato D. Tiburgiae de Mutina, Abatissae (erano Benedettine) vendunt bona, obtenta licentia a D. Nicolao de Uzzano, R. in Christo Procur. D. Bernardi Episcopi Bononiensi ac Principis in remotis agentis".


Poscia, nel novembre del 1378, Bernardo non era più vescovo di Bologna, perché nel detto libro dei Memoriali sta registrato un atto sotto la data del 4 novembre 1378, nel quale si legge:

D. Bartholomeus quondam Bonaccursii, Abbas Monasterii S. Felicis, R. in Christo Procur. D. Philippi [Carafa], Dei et apostolicae sedis gratia, Bononiensis Episcopi Vicarius et Commissarius generalis.


Dunque in Novembre 1378, Bernardo non era più vescovo di Bologna ma non deducasi però che fosse morto.
Nella Gallia Christiana, tom. VI, pagina 453, si parla del Bonnevalle, della sua nascita, delle cariche che ottenne; e si raccolie che nel 1378 era vecovo di Nimes, poi nel 1398 di Limoges.
Credesi che nello scisma aderisse al papa francese, per ciò fosse espulso dal vescovato di Bologna.
Ed infatti, nella Gallia Christiana, al tom. II, pag. 504, sta scritto che fu scacciato.
Ivi a pag. 534 è segnato che poi morì nel 1403.

Nel 1373 seguì la fondazione di uno Spedale, detto S. Giovanni Battista, a Fossa Cavallina, che poi fu unito all'infermeria dei PP. di San Francesco.
Circa il 1380 fu istituito il Priorato secolare di S. Bartolomeo a Porta Ravegnana.

Per la serie dei fatti di Cento e Pieve, che successero a quei dì, si trova che verso la fine del 1375 i centesi, allora uniti anche ai pievesi, tumultuarono contro il vescovo, ma non durarono molto; che anzi nello stesso anno vennero a composizione

Furono, multati dal vescovo per aver essi cacciati i di lui ufficiali; la multa era ripartibile fra Cento e la Pieve. Bologna allora era suddita del papa e vi era un Legato.
A quest'epoca, Princivalle Bottrigari con vari fuorusciti, profittando di questi tumulti occupò Massumatico

Nel 1376, prima di marzo, il vescovo co' suoi ufficiali ricuperò Massumatico, aiutato dai centesi, i quali allora eransi dunque già con lui riconciliati.
Il Legato pure porse mano al vescovo.
In quest'occasione i centesi e i pievesi commisero qualche furto in Massumatico, che il canonico Erri attribuì ai soli pievesi.
Fu nel marzo 1376 che Bologna si emancipò a libertà, e verso luglio il vescovo separò le comunità di Pieve e Cento.
E ciò per tenerle l'una dall'altra segregate, epperò in forza per ribellarsi; e tale divisione fece confermare da Gregorio XI

Tuttociò ebbe luogo prima dello Scisma.
Nel 1378 fu eletto Papa Urbano VI.
Nell'intervallo fra questa elezione, e quella dell'antipapa, seguìta nel giugno del suddetto anno, i bolognesi col pretesto che a Cento si rifugiassero dei banditi, occuparono Cento, senza toglierne però il dominio al vescovo, ma solo per tenervi guarnigione, come praticasi nelle piazze di confine.
Gli ufficiali del vescovo, otto giorni dopo quest'occupazione, s'accordarono colla Comunità della Pieve, la quale era già separata da Cento.
Fra le promesse da essi fatte, fuvvi quella di una somma acconto su quanto non avevano pagato per i danni della rivolta e per la multa.
Si dichiarò poi che il vescovo avesse il dominio assoluto, e che si innalzasse lo stendardo del vescovo di Bologna, recante due chiavi e una mitra.
Ma tutto ciò seguì con la sola Pieve, e avendo otto giorni dopo l'occupazione di Cento da parte dei bolognesi, mostra che s'intese così dare dal vescovo un contraccolpo a quella.
In settembre poi del 1378, lo scisma obbligò Bernardo ad assentarsi; ma null'altro di notevole accadde durante il suo governo vescovile.
(Informazioni desunte da forum di araldica: non si hanno immagini)
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