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Funerale e Celebrazioni messe obbligatorie




INTRODUZIONE:
Mi permetto di inserire queste semplici note, apparentemente insignficanti, come quelle presentate sotto, ai non "introdotti" o a quanti non sono a conoscenza di cerimonie religiose e che possono sembrare note inutili o, come detto sopra, insignificanti.
Nella millenaria storia della chiesa cattolica, ogni rito, ogni evento religioso, ha una sua importanza se vista nell'ottica della Fede e dell'appartenenza alla comunità di credenti.
Anche il funerale, aveva ed ha la sua importanza.
Nei secoli le "cerimonie" hanno subito variazioni per varie ragioni che qui non è il posto deputato a questo, ma il riproporre eventi del passato nelle loro forme e regole, può dare informazioni dei momenti storici in cui sono avvenuti.
Ricordi anche personali della mia primissia infanzia, vissuti, come altri ragzzini, come chierichetto, mi hanno riportato alla memoria tali eventi.
I funerali erano molto più partecipati dalla comunità parrocchiale.
Si interrompevano i lavori agricoli, in qualsiasi tempo delle stagioni agricole, e si presenziava e si partecipava al lutto comune.
Vi erano poi celebrazioni successive, anche discretamente solenni, ovviamente per i più abbienti, celebrate quasi sempre o al sabato o alla domenica, con la presenza di numerosi sacerdoti delle parrocchie limitrofe, o per chi se lo poteva permettere, con la "chiamata" di altri sacerdoti, ai èiù sconosciuti, ma che davano "pomposità" ai riti, in particolare modo alla famosa, per quei tempi della "Messa in terza".
Il rito solenne della messa "In memoria", chiamato "L'ufficio" ( in dialetto locale "l'ufezi") veniva nella giornata dedicata al defunto.
Nella memoria degli anziani, è ancora presente la vista di questi tre "ministri" con paramenti discretamente sontuosi, per quei tempi, propri per quel rito, sui gradini dell'altare in ordine a scalare: cioè il celebrante accanto all'altare e in posizione più elevata, e gli altri ministranti posizionati in gradini inferiori, dietro di lui, a scalare.
A quei tempi, prima della riforma conciliare, in quelle occasioni, celebravano il rito i "sudiaconi", i "diaconi" e poi il sacerdote.

La messa era in latino e il popolo rispondeva alle suppliche con un latino che a dire il vero era un miscuglio di frasi incomprensibili, dato che ognuno rispondeva in un "latino" personale.
Detto questo, i documenti presentati qui sotto, (singoli fogli), sono attinenti a un funerale del 1709 di un certo "Gio Salomoni"
Considerato il cognome tutto fà supporre che fosse un antenato di una famiglia esistente da molto tempo nella parrocchia di Barbarolo, e che aveva la sua "casa" nella frazione di Sabbioni.
Potremmo difinirlo un grosso "latifondista" per quel tempo, in quanto come esperienza personale, i "Salomoni" erano i cosidetti "padroni" di numerosi poderi agricoli sparsi nel Comune di Loiano, e anche della casa dove vivevamo e che era diciamo il "datore di lavoro" anche di mio padre e ovviamente anche di mio fratello don Giorgio.

A tale funerale e a tutto il resto, veniva diligentemente redatto un documento di spese, e anche definite quante messe dovevano essere celebrate, quanti sacerdoti avevano presenziato.

Di ritorno ogni singolo sacerdote compilava una dichiarazione di avvenuta celebrazione delle messe richieste, specificandone anche il numero esatto.
Ovviamente non tutti erano poi così diligenti; difatti in merito a questa presentazione di documenti, al momento sono riuscito a trovarne solo alcuni, forse anche per la non "diligente" sistemazione; ma pazienza, tutti siamo umani e tutti facciamo i nostri errori.



Il primo documento, con calligrafia "svolazzante", difficile da interpretare, è la dichiarazione ufficiale delle cerimonie per il funerale e susseguenti messe; vi è presente un disegno di uno stemma.
Non è del Cardinale del momento; molto probabilmente di un "Vescovo" adibito nella Curia a seguire tali pratiche: vi compare la firma di un certo "Francesco".
(Il nome Salomoni compare, leggibile, nella terza riga).
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Il secondo e terzo documento, è l'elenco delle spese sostenute, voce per voce, che verrà poi dato ai committenti per un adeguato rimborso.
Lista approvata e firmata dell'abate del momento: Don Sebastiano Tinti.
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Seguono le "dichirazioni" di alcuni sacerdoti, che erano presenti, dell'avvenuta celebrazione delle messe assegnate:
  • Don Francesco Dall'Olio messe celebrate N° 10 - 6 ottobre 1792
  • Don Serafino Panzacchi messe celebrate N° 8 - 3 ottobre 1792
  • Don Stefano Vivoli messe celebrate N° 5 - .. settembre 1792
  • Don Andrea Michelini messe celebrate N° 5 - 16 settembre 1792
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