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3Nel 1751, anno della sua morte, Padre Leonardo entrò nel settantacinquesimo anno di vita.

Ha raggiunto un'età considerevole per quei tempi, tanto più se si tiene conto che aveva condotto una vita intensamente operosa, che si era privato di molte ore di sonno per pregare, celebrare, meditare, scrivere lettere, pubblicare testi, preparare le prediche, confessare, tenere relazioni personali ed epistolari con i suoi numerosi figli e figlie spirituali; assolvere quando veniva eletto "Guardiano", i molteplici compiti che tale carica comporta.

Essendo il suo un ordine missionario molto spesso veniva inviato da Sua Santità o dai Superiori a predicare le Missioni nello Stato Pontificio o in altri stati d'Italia.

Erano quelli periodi di particolare fatica per il nostro Santo perchè Fra' Leonardo si spendeva con tutte le sue forze e si spostava sempre a piedi nudi in qualsiasi stagione e su qualsiasi terreno.

Si privava volutamente di tutte le comodità, dormiva su un nudo tavolaccio, aveva un solo saio che rammendava pazientemente ogni volta che si strappava.

I frutti delle sue Missioni erano sempre abbondantissimi.

Ci sono molte chiese e Parrocchie a lui dedicate in Italia e all'estero.

Non siamo dunque i soli a celebrare nel suo ricordo la giornata del 26 Novembre !.

E che dire del sostentamento ?. Si nutriva con minestre di verdura, sia nell'ordinario che nelle feste, anche quando veniva invitato da illustri personaggi, accettava gli inviti solo per non essere scortese.

Nonostante l'età la sua voce forte e modulata riusciva a raggiungere tutti, anche nei gradi spazi, quando il numero dei partecipanti era altissimo.

Ma l'cchio attento di Frà Diego notava degli insoliti momenti di stanchezza.  Cercava di darsene una spiegazione perchè nei due anni precedenti, il 1479 e 1750, Padre Leonardo si era impegnto più del solito.

Infatti nel 1749, in preparazione dell'Anno Santo, aveva predicato le missioni nelle grandi Chiese e nelle Basiliche romane, e con l'arrivo della bella stagione nelle grandi piazze, Piazza navona, Piazza del Popolo ecc.. che si riempivano di gente di ogni età e di ogni ceto.

A queste predicazioni, che si concludevano sempre "con grandi frutti di conversione" le confessioni, spesso presenziavano Cardinali, alti Prelati e lo stesso Papa Benedetto XIV, che soleva chiudere le funzioni con la sua personale Benedizione.

In quell'anno il nostro santo divenne, come ebbe a dire il Papa: "..padrone dei cuori di Roma", e, aggiungiamo noi sopratutto....del Suo !
Tant'è vero che la sera del 23 Dicembre Papa Benedetto per prepararsi santamente al Natale, volle fare con lui la Confessione Generale.

Anche l'Anno santo del 1750 era stato denso di eventi straordinari e impegnativi.  E' infatti ricordato negli annali vaticani non solo come uno dei più partecipati, ma come uno dei più santamente partecipati.

4A conclusione dell'Anno Santo, Papa Benedetto e Fra' Leonardo, Persone straordinarie che il Signore ha fatto incontrare perchè potessero realizzare insieme "Cose Grandi", concordarono e realizzarono l'erezione di una "Via Crucis" nel Colosseo allo scopo sia di salvarlo materialmente, (il Colosseo era ormai considerato una sorta di "cava di pietra"), sia di santificarlo essendo stato il luogo dove avevano versato il proprio sangue i primi martiri cristiani.

Al suo interno vengono edificate le quattordici cappellette con le quattordici "stazioni" e nel centro della cavea viene eretto un grande Crocifisso.

La prima "Via Crucis" al Colosseo si svolge solennnemente il 27 Dicembre 1750;  è predicata da Padre Leonardo e dichiarata  "matrice di tutte le Vie Crucis del mondo", per volere di Papa Bendetto XIV.

La salute di Frà Leonardo continua a dare piccoli segni di peggioramento, tuttavia egli non modifica il suo stile di vita.

Nel frattempo dall'amata Bologna giungono al Papa, che ha mantenuto il suo incarico di Arcivescovo della Diocesi di Bologna, notizie che lo preoccupano non poco.
Nei paesini delle così dette "montagne" bolognesi qualcosa non va, "stante il male dei preti".

Bisognerebbe inviarvi il Padre Leonardo !

Pensò il Papa poichè ritenendo che solo Padre Leonardo potesse porre rimedio alla situazione, grazie al suo carisma, al suo senso pratico e alla sua sensibilità, ma nello stesso tempo è perplesso perchè ha notato che Padre Leonardo cominciava a dare segni di stanchezza.

Raggiungere a piedi Bologna come il Padre Leonardo soleva fare sarebbe stata per lui una fatica troppo grande e pericolosa per la sua salute.
Ma il cuore affettuoso del Papa, in pari misura preoccupato della salute di Padre Leonardo e della "salute" spirituale delle persone affidate alle sue cure di Pastore, gli suggerì un'idea utile per l'uno e per gli altri.

Mandò a chiamare Padre Leonardo e gli spiegò ciò che stava succedendo nella Sua amata terra bolognese.
Padre Leonardo rispose senza indugio che sarebbe partito immediatamente per Bologna e chiese il permesso di potersi fermare per un breve periodo in Toscana dove aveva da portare a termine alcuni progetti rimasti in sospeso.

Papa Bendetto, felice, si dichiara d'accordo ma, spiazzandolo con affettuosa astuzia gli ordina di servirsi di un calesse e di un vetturino, di indossare i sandali, di pranzare e cenare parcamente ma regolarmente senza fare digiuni.

Padre Leonardo costretto a rispettare il voto di ubbidienza, che insieme a quello di castità e povertà, vincola i Frati, "obtorto collo" dovette accettare.
A tale proposito mi piace riferire un piccolo fatto simpaticissimo, che conferma l'arguzia e la bonorietà del Papa.

5Partì dunque Padre Leonardo, brontolando, accompagnato dal fedele Frà Diego e dal vetturino, per raggiungere la Toscana.
Ben presto la notizia del suo passaggio si diffuse, la gente accorreva, il calesse veniva fermato, Padre Leonardo commosso si affacciava  si sentiva impegnato a fare domande, dare consigli e improvvisamente brevi prediche.

Il fatto venne riferito al Papa che inviò al nostro Santo una lettera in cui scherzosamente scrive di aver saputo che "il disperato calesse....è diventato un pulpito da cui si annuncia la parola di Dio. Molto e molto i ciò godiamo" !
La lettera si trova nell' Epistolario leonardiano che ne contiene circa un migliaio ed è stato pubblicato dal Centro Studi Leonardiani nel 2000.

Le frequenti soste per predicare e visitare i figli e le figlie spirituali, laici e religiosi, che Padre Leonardo aveva nel Lazio e in Toscana, preoccupavano e non poco il Papa.
Pur rendendosi conto che Padre Leonardo non poteva non giovarsi di tale occasione, sicuramente unica per parlare con loro di persona, dall'altra desiderava che raggiungesse i paesi delle "montagne" bolognesi prima dell'Autunno, conoscendo bene la rigidità del clima di quelle zone.

Allora, tramite una lettera aggiunse un altro ordine ai tre che già aveva intimato, cui Frà Leonardo come sappiamo non poteva non obbedire: Lui e Frà Diego dovevano assolutamente rientrare a Roma prima dell'inverno.

Le Missioni nei territori del bolognese furono straordinariamente partecipate.
La gente accolse i Frati con entusiasmo.
Nel frattempo si erano aggiunti altri quattro Missionari: Frà Girolamo da Pompeiana, Padre Gio Grisostomo da Bologna, Padre Ilario da Lengueglietta, Padre Filippo da Roma, perchè la "messe" era veramente molta, come scrive Frà Leonardo in una sua lettera.

Le Missioni durarono dal 25 Agosto al 5 Novembre e furono spessoaccompagnate da eventi prodigiosi, puntualmente annotati da Frà Diego.
A BARBAROLO, Pianoro, Scaricalasino oggi Monghidoro e negli altri paesei della zona, il ricordo delle Missioni di Padre Leonardo e dei suoi compagni è ancora vivo.
Tutt'ora nelle Parrocchie della zona la giornata del 26 Novembre viene solenizzata con la santa Messa Festiva.

7Alcuni anni fa, un gruppo di pellegrini provenienti da quei territori giunse ad Imperia per rendere omaggio alle spoglie del Santo custodite nella Basilica si San Maurizio.
Andai a conoscerli e a salutarli e restai stupita della loro gioia e della loro commozione, ma ancor di più mi colpì l'affermazione di una signora: " per me San Leonardo è uno di famiglia, il mio nonno lo nominava sempre e lo portava spesso come esempio".

Che bello ! e pensare che sono passati più di tre secoli da quelle Missioni che al momento sembravano nate sotto una cattiva stella !: piogge inaspettate, maltempo persistente, freddo anticipato, i frati che cadevano ammalati uno dopo l'altro...
Lo stesso Frà Diego accusava disturbi inconsueti...
Padre Leonardo però era felice perchè sapeva vedere oltre...

Si spendeva con tutte le sue forze per quelle popolazioni constatando con gioia che partecipavano con pio entusiasmo alle funzioni, che accorrevano numerosissimi alle sue prediche e che, sopratutto gli aprivano il cuore nel confessionale.

Il Papa non lo perdeva d'occhio un'istante, ed era puntualmente messo a conoscenza di ogni fatto dall'amico bolognese Dottor Mazzi, di fare il possibile per rendere più agevole la vita del Padre Leonardo e dei suoi collaboratori, di stare loro vicino e di prendersene cura.
L'intervento del dott. Mazzi si rivelò molto prezioso come ci è noto grazie ad alcune lettere e a documenti custoditi nel nostro  Centro.

Venne infine il giorno della partenza ma qui...mi fermo perchè la mia introduzione è terminata.
Ora tocca a Frà Diego.
Parlerà a tutti noi attraverso il suo Diario puntuale, semplice, accessibile a tutti, cosicchè tutti possono goderne e penetrare la realtà più profonda, quella che parla al cuore e non si dimentica.

Il Signore aiuti ogni lettore a scoprire il dono personale che sicuramente Dio Padre vuol farci arrivare da San Leonardo per mezzo di Frà Diego.

Sara Scicolone Riello

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on 27 Novembre 2019

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