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Scritti su San Leonardo

UN PAPA E UN SANTO NEL GIUBILEO DEL 1750
(Benedetto XIV e San Leonardo)

tratto dall'opera di D. Dario Zanini

(Parte prima)

Come ogni personaggio storico e ogni santo anche S. Leonardo ha attirato l'attenzione di ricercatori ed estimatori che si sono cimentati in interessanti opereleonardo presentando così tanti lati sconosciuti di questo Santo.

Il Centro Leonardiano di Imperia continua la ricerca di altri possibili scritti ai più sconosciuti onde far emergere la grande opera missionaria e umana di San Leonardo.

Una interessante pubblicazione uscita nel 1976 in occasione del 3° centenario della nascita dei due grandi personaggi legati fra di loro: San Leonardo e Papa Benedetto XIV.

Quando si dice il prestigio di un paese da cosa dipende ?
Esiste un paese chiamato Vinci.
Lo sappiamo da ragazzi, magari sono sappiamo dov'è. Perchè non ce lo ha insegnato la geografia.
L'abbiamo imparato da Leonardo, che diffuso ha nel mondo la fama del suo paese d'origine, più legittima della sua origine famigliare.

Porto Maurizio deve la sua notorietà a un altro Leonardo, un piccolo frate francescano che ha camminato in su e in giù per l'Italia come missionario apostolico, portando quel nome.

A metà del Settecento p. Leonardo da Porto Maurizio era più noto alle folle del suo omonimo da Vinci.

Fu il protagonista del Giubileo del 1750

lambertini-papaEra pontefice, allora, Bendetto XIV, il bolognesissimo Card. Lambertini, che molti conoscono, a torto, più per la sua proverbiale arguzia che per la sua straordinaria saggezza.
Prima di indire l'Anno Santo

del mezzo secolo XVIII, si preoccupò di farne un avvenimento spirituale e di preparare quella grazia al popolo.
Ne affidò il compito alla predicazione di p.Leonardo da Porto Maurizio.
L'efficacia della sua parola e più ancora della sua santità era già nota non soltanto al Papa.

Da oltre quarant'anni  padre Leonardo andava predicando le missioni.
Ne fece in tutta la sua vita almeno 339, battendo le chiese di Toscana, Lazio, Umbria, Marche, Corsica, Romagna, e spingendosi fino alla repubblica di Genova e al regno di Napoli.
Anche nel bolognese fece le missioni in dodici parrocchie, per espresso desiderio di Papa Bendetto XIV.

L'illuminato pontefice gli aveva detto " che era volontà di Dio che seguitasse a fare le missioni per tutto il tempo della sua vita, e che doveva morire combattendo contro l'inferno colla spada alla mano della divina parola."

Parroci, vescovi, legati, cardinali si contendevano la predicazione di  p.Leonardo, il quale, non sapendo tante volte a chi dare la preferenza, chiedeva spesso al Papa di manifestargli la sua volontà.
Le missioni duravano di solito dieci giorni di predicazione, ai quali spesso si aggiungevano altri per le confessioni, secondo il bisogno.
La loro attuazione seguiva un ordine ben preciso nell'esposizione dei temi (sui Nuovissimi: Morte, Giudizio, Inferno, Paradiso), nello svolgimento delle processioni, nello schema dei riti; non mancava un "certo" apparato scenico che otteneva un suo effetto.
Efficacissima era la predica del perdono che si conclideva con scene commoventi di abbracci fra nemici di vecchia data, che, per anni si erano odiati a morte.

Al termine delle missioni, abitualmente,  p. Leonardo lasciava un ricordo concreto: "piantava" la Via Crucis, il cui pio esercizio egli diffuse e rese popolare.
Ne eresse almeno 576 come risulta da un suo elenco, forse incompleto.
Ovunque la missione costituiva un avvenimento memorabile.

Nelle campagne tutti lasciavano la casa e il lavoro per recarsi alla predica.
Ci sono in proposito graziosi aneddoti a non finire, diligentemente registrati dal suo compagno, fra Diego.
Eccone due:

"Ippolito Capobiandri, essendo una sera vicino il tempo della predica, nulla curante di questa, volle andare a caricare una soma di mosto, ed empiti, nella vigna, i barili, nel caricarne uno, da sè, come da mano invisibile rotolò nel fosso, e si riduesse in minutissime schegge, e con ciò perdette il barile, il mosto ed il viaggio, e quel che è peggio perdette lo stare alla predica".

"Un certo pastore volendo venire alla missione, prego un'altro pastore di fargli la carità di abbadare al bestiame, e questi rispose: vengano i missionari a farti la guardia.
Appena dette tali parole, gli entrò dento nell'occhio un moscherino che gli fece un occhio grosso e malamente gonfiato.
Riconosciuto il suo errore, venne alla mattina a farselo benedire dal padre Leonardo, e che all'istante ebbe guarigione."

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(fine prima parte)

 

on 10 Luglio 2014