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ULTIMA TAPPA TERRENA
DI FRA' LEONARDO
DA PORTO MAURIZIO

(Viaggio del Padre Leonardo, quando, terminate le ultime Missioni, partì da Bologna per Roma; pochissime ore dopo giunto a Roma, come tutto attentamente osservai e notai) fra Diego

Il 15 Novembre 1751, alle ore 13,(Corrisponde alle ore 7 del mattino: le ore indicate non corrispondono al nostro orario, ma si devono scalere di sei ore),  terminate le Missioni nella diocesi di Bologna il Padre Leonardo partì dall'ospizio dei padri Riformati di detta città con me, che già mi era sufficientemente rimesso in salute, (Fra' Diego fa riferimento al fatto che circa un mese prima durante le missioni in Barbarolo anch'egli era stato molto male; aveva avuto una copiosissima emorragia nasale ed era stato sottoposto a un plurimo salasso), e saliti in calesse, come aveva ordinato Sua Santità, partimmo per Roma.

In quello stesso giorno gli venne, mentre viaggiavamo, uno sbattimento con agitazione e tremore grande.

Attonito io ad un così inaspettato accidente, insospettito che gli fosse sopraggiunto un qualche deliquio, o altro consimile malore, ansiosamente gli domandai cosa si sentisse, ed egli con la solita imperturbabile capacità di soffrire, mi rispose con aria serena "niente di niente".

Proseguendo il cammino arrivammo a Castel San Pietro, dove cinque anni prima aveva fatto le missioni.

Andammo al Convento de' Padri Osservanti, dove celebrò la santa messa; dopo la quale, prese un breve rispos.

Quando si alzò mi accorsi che era assai infiacchito, e mi crebbe sempre più il sospetto di qualche male grave (Fra Diego con la sua sensibilità, aveva capito molte cose, sopratutto che i disturbi di Padre Leonardo erano seri e gravi).

In questo convento trovammo i tre frati nostri compagni di missione che erabo partiti prima di noi e stavano lì da sei giorni trattenuti dal cattivo tempo.

Però non stavano oziosi, poichè l'Arcivescovo valendosi di cos' opportuna occasione, li aveva pregati di fare un piccolissima missione, alla quale avevano già dato felice principio.

Questa notizia recò particolare consolazione al Padre Leonardo.
Appreso l'Arcivescovo dal signor Arciprete l'arrivo del Padre, si portò ben tosto con un gruppo di sacerdoti a fargli visita, e poi gli disse: Padre Leonardo, la prego di venire meco in sacrestia che le voglio far vedere l'ostensorio nobilissimo fatto coll'elemosine raccolte nelle sue missioni, detrattene le spese che furono necessarie per esse.

Vide l'adorabile Sacramento, ed in presenza di tutti ringraziò Iddio che fosse onorato con una macchina sì preziosa e benedì quel popolo e ne lodò il fervore; poi si ristorò in convento con scarso pane e poca frutta, benchè il rev Padre Guardiano e quei pochi religiosi insistentemente lo pregassero a voler prendere almeno una piccola porzione di minestra calda preparata per lui.

Egli non accettò ma volle partire subito, raccomandando ai compagni di riprendere sollecitamente il viaggio per Roma, giacchè il tempo sembrava abbonacciarsi.

Presi a fare molta attenzione e a tenerlo d'occhio, perchè mi accorgevo benissimo che stava assai abbattuto di forze, cosa che mi recava grande apprensione.

Passammo per Imola, senza fermarci nè in questa città, nè in Castelbolognese, si arrivò alla città di Faenza ad un'ora circa di notte. (corrisponde alle ore 20).

Pubblicato: 01 Giugno 2019

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Testi ricavati da articoli pubblicati su varie riviste di carattere religioso

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