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Piccola presentazione della Chiesa di Roncastaldo, attualmente sotto il Comune di Loiano (Bologna) estratta, in originale,  dall'opera:
 "Le Chiese Parrocchiali della Diocesi di Bologna - Ritratte e descitte - Bologna Litografia Marchi e Corty - Tipografia di San Tommaso D'Aquino - 1844"
TOMO III.


 

antica stampa san lorenzo di roncastaldoConservarono le storie e molto chiaramente, che questo posto dev’essere stato Comune e ben fortificato, come altri maggiori, e assai più frequentato da armigeri che ora non è; sulla montagna Bolognese era situato, poi in tre Capitanati ove in Roncastaldo risiedeva il primo Capitano di essa, che più tardi passava a stanziare a Loiano.

E poiché il Comune di Bologna riceveva molto rilevante servigio da Giacomo Panzacchia da Roncastaldo, a mediazione del qualeca dì 5 Giugno 1266 “Ubaldino di Otticherio” da Loiano gli vendeva i castelli di Loiano e Bisano per lire 1400; il Panzacchia veniva fatto de’ cittadini nobili di Bologna.

E convien dire che questa famiglia de’ Panzacchia coll’altra de’ “Baruffaldi” fossero di gran cobto, poiché negli Estimi del 1281 vengono registrati gli uomini di esse come magnati.

Appresso a che trovasi nelle storie, che nel Giugno 1302 “Gherardo di Benvenuto” da Roncastaldo fù uno degli Anziani di Bologna; e che nel 1306 cancellavansi dal libro de’bandi Tommaso, e Beldo figliuoli di Bozolo da Roncastaldo; essendo poi questo Beldo nel 1387 uno degli Anziani di Bologna; ed annoverato a 17 Ottobre per la tribù di Porta Ravignana nel Consiglio de’ 600.

E forse della stessa famiglia si fu Fra Lolo, o Lelio di Zunta da Roncastaldo cavaliere Gerosolimitano, recato dall’Alidosi all’anno 1371.

Sull’aprirsi del secolo XIV troviamo la famiglia Panzacchi già divisa in più rami, e tutti ricchi, come prova l’estimo del 1305.

Dal che passando a dire della Chiesa di questo luogo, veggo che affermasi neò Campione del Canonico Montieri, che San Lorenzo di Roncastaldo a dì 5 Ottobre 1340, a rogito di Lorenzo Cospi, veniva eretta la Parrocchia, la quale debb’essere stata molto antichissima, poiché è registrata nell’Elenco della Mensa del 1378, come filiale del Plebanato di Barbarolo, che la cedette a Monghidoro soltanto verso il 1780.

Nominavano allora il parroco i popolani, e il fecero fino al 1605, anno dal quale ebbe questo diritto la Mensa Arcivescovile, che il conserva tuttavia, S. Lorenzo ebbe congiunta, come sussidiale per lungo spazio la cura di S. Donato di Lognòla, sembrando, che queste Chiese si unissero, consenzientii popoli, fino dal 16 Dicembre 1419, per gli atti di Lorenzo Cattani, ove scrivasi ul vero nel Campione Montieri.

Né ciò durava più oltre degli 8 Gennaio 1605, in che per decreto di Alfonso Paleotti Arcivescovo tornava Lognola ad essere libera Parrocchia.

Erasi varcata così la metà dello scorso secolo, e la fabbrica della Chiesa di S. Lorenzo, posta in luogo poco lungi da quello che fu eretta la presente, non ostante, che un quarant’anni prima l’avesse risarcita, e ristaurata il parroco D. Giovanni Panzacchi, trovavasi, a tale stato di ruina, e squallore, da essere quasi inservibile; se non che nel 1780 la sollecita pietà del Cardinale Andrea Giovanetti deputava l’ingegnere della Mensa Giovanni Marchi a riparare i guasti, e agli smottamenti, il che fece con lavori provvisionali, ma passato di questa vita nel seguente anno 1790 il parroco D. Giambattista Gherardi, l’immediato successore D. Pier Francesco Mazzetti, che resse per 56 anni la cura di Roncastaldo, tanto si adoperò, che sovvenuto di danari dall’Arcivescovo Giovanetti, e da’ popoli del Comune, rifabbricò la Chiesa sull’elegante disegno del Architetto Giambattista Martinelli.

E nondimeno la qualità del terreno instabile e franoso sul quale fu riedificata porge anche oggi timore di qualche scoscendimento che ne possa produrre la ruina, e il precipizio.

La Chiesa di S. Lorenzo, di cui ora è zeloso parroco il M. R. Sig. D. Guido Rondelli è di bastevole ampiezza, a volta reale di pietra, con quattro porte di ingresso che guardano la maggiore ad ostro, due a levante l’altra a ponente.

I suoi altari o cappelle sono dedicati: il principale (che ha coro) a San Lorenzo raffigurato in quadro con altri santi; festeggiandosi a questo celeste patrono il 10 d’Agosto; de’ due altari minori, quello a sinistra degli entranti è sacro a M. Santissima del Rosario; e l’altro a dritta a S. Antonio di Padova, dipinto in tela.

Oltre la Sagrestia, e la decente Canonica, staccata però dalla Chiesa (e nella quale il parroco Mazzetti fabbricava nel 1800 la Sala che è a mano manca); questa Chiesa ha il campanile, di cui mancò per lunghi anni; e soltanto nel 1822 se ne imprese la fabbrica; ma giuntosi al secondo piano non si potè proseguire, temendosi gli ammottamenti del terreno.

Il Campanile contiene buone campane del Brighenti, ed è cosa molto notabile, che sulla campana maggiore delle antiche, che aveva la vetusta Chiesa, leggevasi in carattere barbaro rilevato questa iscrizione ben singolare: “S. LAURENTIUS CIVIS RONCHASTALDI” e più sotto: “ROLANDUS ME FECIT 1361”.

Perché poi scarsissime erano le rendite della Chiesa a mantenimento de’ Parrochi, l’Eminentissimo Giovanetti le procurava, con decreto di PIO VI (Braschi) de’ 23 luglio 1780 la perpetua pensione annua di ducati 5, e giulii 12 e mezzo, corrispondenti a Sc. 10 romani, caricatene la chiesa Arcipretale di Piumazzo.

Certo è che fin da tempi remotissimi era in Roncastaldo uno “Spedale” per alloggiarvi i Pellegrini con sua Chiesa in titolo di S. Maria.

Nell’Archivio di S. Francesco di Bologna trovavasi infatti uno strumento (citato dal Calindri: Diz. Cor. Vol.4 p.345), con che Ottaviano Vescovo di Bologna deputava a 14 Maggio 1289 D. Giovanni di Gerardino da Scoveto, Rettore della Chiesa di S. Benedetto di Pianoro in Ospitalario dell’Ospitale di S. Maria di Roncastaldo; e questi morendo nel 1297 lasciava un legato a quel pio luogo.

Da che può argomentarsi che il carico di Ospitalario di Roncastaldo fosse allora di poca importanza, e più considerevole, che l’essere Parroco di Pianoro.

Lo Spedale di S. Maria fu poi incorporato appresso al convicino Ospitale di “San Gipvanni della Magione”, ed ambedue ne’ politici rivolgimenti del 1796 vennero demoliti; incameratine i beni dalle transitorie Repubbliche di que’ giorni.

Oltre a siffatti spedali, avea questa parrocchia tre “Maestà o Cappelle”, che nel 1578 erano già aperte alle intemperie, dismesse e sfondate, per cui è credere venissero distrutte, non essendone rimasta memoria alcuna.

Nel luogo detto “l’Allocco”, o la “Tintoria” vedesi l’Oratorio di S. Domenico eretto, e dotato da Giovan Domenico Parazza a rogiti di Antonio Nanni del 19 settembre 1742.
Un altro oratorio è pure in Roncastaldo sotto l’invocazione di S. Gio. Battista, e spetta al Sig. Serafino Marchetti.

Sorge allato alla Chiesa il bel Palazzo del Signor D. Pietro Mazzetti; e nel territorio di lei fanno vaga mostra di sé gli altri de’ Marchesi Conti Castelli, e del Canonico Macchiavelli.

La Cura di Roncastaldo è lungi da Bologna 22 miglia, ha soggette da 600 anime, si trova nel Governo, e Comune di Loiano, e confina colle Parrocchie di: Bibolano, Loiano, Gragnano, Campeggio, Lognola, Stiolo, e pel fiume Savena con Trasasso.

I cinque Borghetti di cui ella si compone hanno i nomi di:
- Borgo di là,
- Borgo di qua,
- Casaglia,
- Ca di Romagnolo,
- Ciràno,
e Poggiolo.

Abbondoso è il luogo di uve, di frutte, di ghiande, e più assai di castagne, fieni, e sete; mentre poche vi sono le legna da ardere, pochi i pascoli, e le canape, e scarsi i raccolti de’ grani.
Il tessere cappelli di paglia è una delle industrie de’ Roncastaldesi.

Per ciò che spetta al terreno è composto di grossi strati di tufo, e di arena, or più or meno dura, di colore, o piombino o gialliccio, o tanè; essendo degno di molta osservazione un lungo, ed elevato sasso calcareo, diviso in più ordini, con vene di giallo-cupo sovra un fondo giallognolo simile alla venatura degli abeti; dal quale sasso l’arte potrebbe trarre per molti usi un assai buon partito.

E comecchè io l’abbia già detto nelle “Notizie di Loiano”, pure non lascierò di ripetere qui, come in un luogo più acconcio, che Roncastaldo fu patria della celebre dottoressa “Anna Maria Dalle Donne”, la quale vi nasceva in luglio del 1778 di poveri, ma onorati parenti.

Scortone il bello e vivo ingegno, uno zio Sacerdote la toglieva con sé in Bologna, ove la istituivano nelle buone lettere, e nel latino il prof. Rodati, nella filosofia il Canterzani, e Tarsizio Riviera nella Medicina e Chirurgia, scienze in che fattasi molto innanzi ne tenne poi pubbliche disputazioni nel Maggio del 1800 in S. Domenico di Bologna, quando a 19 dicembre 1799 era già stata decorata di Laurea in Filosofia e Medicina; datale facoltà di esercitare questa scienza.

Venuto a Bologna Bonaparte, e avutola innanzi, ammiravane il sapere, instituendo per lei la “Cattedra di Ostetricia” (11 Febbraio 1804), e privilegiandola di darne in casa le lezioni.

Tornato PIO VII, Anna Maria fu fatta “Accademica Benedettina soprannumeraria”, e proseguì ad ammaestrare utilemente le levatrici, finchè venne a mancare in Bologna a dì 5 gennaio 1842 di 64 anni.

(il testo nel tomo III è firmato da C. F. Rambelli)

on 11 Ottobre 2021

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