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E' necessaria una premessa:

A memoria dell'Abate don Giorgio Paganelli, a quel tempo, per le parrocchie molto importanti, quando veniva a mancare il parroco o l'abate,  si apriva un concorso a cui potevano partecipare tutti i sacerdoti, anche se parroci di chiese minori.

Si subiva un esame scritto, piuttosto pesante, consistente in una dissertazione di carattere morale su problemi importanti di quel momento.
A chi svolgeva tale tema in modo più esauriente e profondamente argomentato, una giuria apposita, designava la "consegna" della parrocchia o abbazia vacante.

Per Barbarolo, abbazia di notevole importanza per quei tempi, si presentarono quattro concorrenti, uno dei quali era proprio don Ugo Trerè, allora parroco a Gorgognano.

Tale concorso si svolse nel tardo autunno del 1925 e risultò "vincitore" don Ugo Trerè.
Veniva lasciato un opportuno tempo fra l'aggiudicazione della "gara" e la presa di possesso, per permettere una opportuna preparazione all'ingresso, e per dare al "vincitore" il tempo necessario per sistemare il meglio possibile i compiti nella parrocchia che lasciava e predisporre un adeguato trasferimento.

A memoria questo è stato l'ultimo concorso di aggiudicazione dell'abbazia di Barbarolo, in quanto in seguito i futuri abati vennero designati direttamente dal Cardinale della diocesi di Bologna

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A Mons. Adolfo Agostoni, successe come parroco Don Ugo Trerè.

Egli prese possesso dell’Ufficio di Parroco di Barbarolo l’ 11 Febbraio 1926.
Era stato parroco a Gorgognano.

Don Ugo Trerè era nato a Sasso Morelli, nella Diocesi di Imola, il 1° Agosto 1882.

Fu ordinato Sacerdote nell’anno 1907; assegnato come Cappellano alla Parrocchia di S. Caterina di Strada Maggiore in Bologna.
Vi rimase fino al 1916, anno nel quale fu nominato parroco di Gorgognano dove rimase fino all’11 Febbraio 1926.

A Barbarolo fu Parroco fino al 1957, anno nel quale, per ragioni di salute, rinunciò alla Parrocchia e si ritirò con la sorella Giuseppina (detta Peppina) a Loiano, dove morì il 1° giugno 1957.




Lo ricordo molto bene perché  abitavo a  Barbarolo  quando venne Parroco e vi sono rimasto fino alla mia entrata in Seminario e vi ritornavo da seminarista durante le vacanze estive.
Con lui ho fatto la Prima Comunione e la Cresima; vi ho fatto il chierichetto; in questa chiesa ho celebrato la mia prima Messa Solenne  (1° Novembre 1956), ma allora don Ugo Trerè si era ritirato a Loiano.
Celebrai io stesso, nella Chiesa di Loiano, il suo funerale.
I miei ricordi di Lui posso esprimerli così:
"grande oratore, fine scrittore, (una sua rappresentazione sacra “I Re Magi a Betlemme”, fu realizzata teatralmente, dal suo successore: don Adolfo Lodi, con grande successo e rappresentata a grande richiesta,  in altre chiese locali),

Dalla parola chiara e semplice, bella voce, un po’ brontolone, di statura un po al di sotto della media, piuttosto grassottello.
Non mi pare fosse un uomo di grandi iniziative;   curava molto bene le celebrazioni liturgiche."

Le feste a Barbarolo erano molto rinomate e frequentate; aveva una particolare attenzione per i malati; con l’aiuto della sorella Peppina aveva potuto continuare a incrementare la Gioventù Femminile di Azione Cattolica.

La Peppina che suonava molto bene l’organo, contribuiva a rendere tanto solenne il culto al Signore e le varie funzioni religiose che si svolgevano in Chiesa;  curava lei stessa il bel coro di ragazze per il canto liturgico.

Arrivò il fronte di guerra....

scansione0079Pochi giorni prima dell’arrivo del fronte, precisamente il 3 ottobre 1944, un bombardiere delle forze Anglo-Americane bombardòscansione0078 la chiesa che rimase così distrutta.

Si salvò solo l’abside, la facciata, il muro dalla parte del campanile e il campanile stesso; l’attiguo oratorio di S. Rocco fu spazzato via.

Anche parte della Canonica venne distrutta.

La parte della chiesa andata distrutta aveva altari laterali con pregevoli quadri di autori; anche l’organo, tanto caro ai parrocchiani, andò completamente distrutto.

Don Ugo Trerè, con la chiesa distrutta e la casa canonica in gran parte inagibile e pericolosa, anziché trasferirsi altrove rimase sul posto ritirandosi negli scantinati, rimanendo così, qui, in piena zona di fronte di guerra, con la sua gente che, a differenza delle zone di Livergnano, Scascoli e Anconella, non era stata fatta sfollare.

La gente riceveva cibo e anche indumenti e coperte dai soldati americani.

Alcuni parrocchiani morirono colpiti da granate tedesche (vedi registro dei defunti), ma preferiva restare, nonostante il pericolo, piuttosto che andare profughi a Firenze.

Qui erano piazzate le artiglierie anglo – americane.

Il fronte di guerra era arrivato qui il 6 ottobre 1944 e vi rimase fino al 18 – 19 Aprile 1945.

Don Ugo Trerè, negli anni del dopoguerra, quando poteva essere ancora ben presente e attivo, procedette alla ricostruzione della chiesa, ricostruzione che conobbe la sua definitiva ultimazione sotto don Adolfo Lodi il quale affrontò anche la ricostruzione ( con modifiche) della casa canonica.

Don Ugo Trerè, negli anni del dopoguerra andava progressivamente verso un deterioramento delle sue condizioni di salute, in particolare verso la cecità.

L’autorità Diocesana gli affiderà un buon sostegno come “ Vicarius Adjutor “ nel parroco di Scascoli, Don Eugenio Andreoli.don-eugenio

Questi da Scascoli veniva spesso a Barbarolo ( a piedi, come some si usava allora che non c’erano mezzi di trasporto); bisogna dire che don Andreoli ha dato sempre a don Trerè una assistenza premurosissima, senza risparmio di tempo e di energie.

Nel 1953 l’Autorità Diocesana invio a Barbarolo, come aiuto sempre presente, e che quindi alleggerisse don Ugo Trerè dalla grossa preoccupazione di una adeguata assistenza pastorale alla parrocchia, Don ADOLFO LODI con la nomina a “ Vicarius Adjutor “ che poi succederà a Don Trerè come parroco, il 2 aprile 1956.

Nota particolare: don Ugo Trerè era un grande letterato, un fine scrittore di numerose poesie, e molto famosa che è rimasta a noi, e messa in atto dal suo successore, don Adolfo Lodi, fu una "Sacra Rappresentazione del Natale" in diversi atti, recitata dai ragazzi delle scuole della parrocchia di Barbarolo.
Il successo fu enorme, si che veniva richiesta dalle parrocchie limitrofe in occasione del periodo Natalizio.

Don Ugo Trerè, ormai cieco e tanto malato, si ritirò con la sorella Peppina a Loiano, dove morì il 1° giugno 1957.

E’ sepolto nel cimitero di Loiano.

 

Pubblicato: 07 Giugno 2014

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