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( seguito della parte 11)

 

La cosa era piuttosto pesante, ma la salute ne ricevette ugualmente un grosso beneficio; la montagna mi giovava.

Dopo tre anni feci presente al Cardinale Arcivescovo una certa difficoltà a mettere insieme un buon lavoro in Curia con un buon lavoro pastorale in Parrocchia, data la distanza da Bologna, e dato, sopratutto le caratteristiche  di questa parrocchia ormai divisa stabilmente in tre zone autonome: Sabbioni, La Guarda e zona bassa (Chiesa parrocchiale),

Fui esonerato dal lavoro in Curia, cosicchè, dall'ottobre 1974 mi sono dedicato totalmente alla parrocchia.

Alla data del mio ingresso in parrocchia trovai che, Don Enrico Sazzini aveva iniziato un normale servizio di culto a Sabbioni, con la Santa Messa ogni Domenica, nella sala dell'edificio da lui fatto costruire.
Alla Guarda, l'Oratorio dedicato a San Carlo Borromeo, di proprietà privata, era inagibile, perchè semi diroccato all'interno.
Alla Pieve, la Chiesa ricostruita funzionava regolarmente ma abbisognava di restauri sia all'interno che all'esterno; l'attigua sala San Rocco era stata ceduta, da Don Enrico Sazzini, in uso alla squadra di calcio di Loiano, che vi aveva sistemato un servizio igenico e di docce per i giocatori.

s-rocco-restauroEra capitato che un giorno, alcuni giocatori, saltando dalla gioia per la vittoria riportata causarono un cedimento del pavimento che sprofondò.
Il pavimento poggiava su travi di legno che marciti dall'umidità non resistettero.
Nel ricostruire l'edificio, distrutto dal bombardamento aereo, i muratori non avevano lasciato nessuna fessura per l'aerazione, cosicchè i travi erano marciti.

I locali sovrastanti la sala parrocchiale erano in buono stato, ma tra la Chiesa e detti locali i muratori avevano lasciato una conca che faceva ristagnare le acque piovane e causava infiltrazioni con i relativi danni ai muri.

I locali sottostanti l'abitazione del parroco erano stati affittati, da Don Enrico Sazzini:
I locali voltati verso la Piazza Grande e attigui alla Piazza stessa, ai Signori Lino Cementi e Annita Gaggioli;
La sala con ingresso dal cortile interno e dalla legnaia, ai Signori Dino Faustini e Linda Zani;
La parte invece verso levante serviva di abitazione alla Sagrestana, Armida, che vi viveva col marito Antonio Calzolari.
Armida e Antonio che si erano comprati un appartamento a Loiano lasciarono Barbarolo poche settimane dopo il mio arrivo.

Negli anni di permanenza di Don Sazzini il pozzo al centro del cortile interno fu riempito di pattume dalle donne che abitavano qui.
I Signori Cementi si trasferirono in un nuovo appartamento a "La VIgna" dopo il Natale del 1980;
I Signori Faustini hanno lasciato l'ambiente al termine del 1981.

All'Oratorio di San Cristoforo vi viveva la famiglia di Gustavo Nepoti che vi faceva preziosa custodia.
Trasferitosi a Crespellano nel 1975, gli umilissimi locali adiacenti all'Oratorio furono dati in uso ai Signori Candido Del Signore e Noela Gnudi di Bologna, ottimi e generosissimi cristiani, senza figli.

Detti Signori in questi anni hanno profuso somme generose per l'allargamento e la sistemazione della stradina che da Cà di Prandoni porta a San Cristoforo, per l'asfaltatura della strada che, dalla Statale 65 della Futa, sotto i Casoni, conduce a Cà di Prandoni.

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Per le migliorie dei piccoli locali dell'abitazione, per tutto l'abbellimento e restauro nell'Oratorio, il risanamento del tetto, sia della casa che dell'Oratorio, per l'acquedotto della Bonifica Renana, che ora porta l'acqua fino a San Cristoforo.
Siamo alla fine del 1982.

Ovviamente, fino ad ora, non ho mai fatto pagare ai suddetti Signori una lira di affitto.
Sono trascorsi 7 anni.





 

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